BERLINO – “Ci sono migliaia di chilometri tra di noi, ma siamo fianco a fianco, non c’è un muro che ci divide”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo in diretta video durante la cerimonia di apertura della Berlinale, introdotto sul palco del regista e attore Sean Penn che proprio al presidente e all’invasione russa dell’Ucraina ha dedicato il suo nuovo documentario Superpower, Fuori Concorso al festival.
Accolto dagli applausi e dalla standing ovation della sala, Zelensky ha aggiunto: “Wim Wenders con gli angeli di Il cielo sopra di Berlino ha abbattuto il muro, reale e ideologico, prima che cadesse; ma oggi la Russia vuole costruire lo stesso muro in Ucraina, tra noi e l’Europa, tra la civiltà e la tirannia, tra la libertà e la schiavitù, tra il progresso e l’arretratezza, tra il diritto di vivere e gli attacchi missilistici, tra il progresso e le macerie. Da quale parte vogliono stare il cinema e la cultura? Possono, forse, rimanere al di fuori della politica – ha domandato retoricamente – quando c’è una politica, come quella della Russia, fatta di aggressione e crimini di massa, di guerra e desiderio di distruggere culture?”
La cultura sceglie da che parte stare quando decide di parlare contro il male – ha rimarcato – e si schiera quando invece rimane in silenzio e sostiene il male. Il cinema non può cambiare il mondo, ma può influenzare e ispirare persone che possono farlo, ha aggiunto nel ringraziare la Berlinale per il sostegno ricevuto, che “non è una formalità”.
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