“Non esistono leggi in amore”, cantava Marco Ferradini in ‘Teorema’, inno di una generazione di romantici cresciuta senza Twitter e Youtube. La conclusione, però, è più o meno la stessa a cui giunge Guglielmo Scilla in arte Willwoosh, neo-attore e star della rete che invece sui social network ci ha costruito la sua fortuna. Divenuto famoso proprio grazie alle esilaranti parodie di Twilight che postava su Internet, ora arriva al cinema con il suo terzo film da interprete, il primo da protagonista, dopo Una canzone per te e Matrimonio a Parigi.
10 regole per fare innamorare, in uscita con Lucky Red in 250 copie il 16 marzo, lo vede imbambolarsi di fronte alla bella Enrica Pintore e affidarsi ai consigli di papà Vincenzo Salemme per riuscire a conquistarla, messi su dal regista Cristiano Bortone coadiuvato da Fausto Brizzi in veste di sceneggiatore, con il prezioso apporto di Annalaura Ciervo e Pulsatilla, scrittrice di grido anche lei proveniente dal web. Nel cast, anche Fatima Trotta, Pietro Masotti, Piero Cardano, Cinzia Mascoli, Giorgio Verduci e il Trio Medusa in una straordinaria apparizione ‘radiofonica’.
“Io ho iniziato per caso – racconta Scilla, che ha scritto anche un libro ispirato al film ed è conduttore su Radio Dj – ma oggi il web è come un forno in cui dei veri talenti che non trovano altri spazi possono cuocere le loro torte e mostrare la loro capacità per farsi conoscere. Non è vero che il web ti “protegge”, come pensano in molti. Anzi, chiunque ha la possibilità di dire quello che pensa senza freni: ho letto moltissimi commenti sulla sessualità di mia mamma o gente che mi augurava ogni genere di carcinoma. Però c’è anche chi mi ha scritto: ‘sono in ospedale per la chemio, e tu mi fai ridere’. Certo se vado in una Feltrinelli a presentare il mio libro la storia è diversa. Ci trovo un mare di persone, che neanche ai concerti di Lady Gaga, ed è chiaro che un po’ la cosa mi spaventa. Io sono un cretino, se qualcuno mi dice qualcosa di negativo immediatamente ci resto male e mi metto a piangere. Ma è anche vero che la gente a cui non piaci non perde tempo a venire a vederti dal vivo solo per tirarti le cipolle. E poi, potrei sempre rispondere. Ad ogni modo, non è che ora penso di diventare un modello di costumi da bagno. E’ tutto carta in acqua, effimera, si potrebbe sciogliere in un secondo. Vediamo che succede. Magari domani il mio libro non vende nemmeno una copia, Linus mi dà un calcio nel sedere e ingrasso tantissimo. Oddio, in quel caso somiglierei ancora di più a Jack Black, a cui mi paragonano sempre”.
Il confronto non è azzardato, e anche come attore Scilla fa passi da gigante. “All’inizio non ero convintissimo – racconta il regista Bortone – Guglielmo si è presentato al provino con la borsa di Mickey Mouse, io lo conoscevo come un tipo sarcastico e ‘cattivo’, a me serviva un tenerone, ma poi mi ha conquistato. Io sono molto amico di Brizzi, l’idea del film nasce dall’analisi di quello che funziona nelle commedie americane, volevamo qualcosa di simile, ma anche originale e stravagante”.
Sul set Scilla si confronta con due pezzi da novanta. Uno di bellezza, l’attore di fiction Giulio Berruti, che è il suo rivale in amore. “Segue lo Stanislavskij – racconta – quindi per risultare credibile sul set mi diceva un sacco di parolacce e cattiverie. Siamo diventati subito amici”. L’altro di bravura. Naturalmente, è Salemme: “Mi piace l’idea di questi giovani che emergono sfruttando la rete – dice l’attore partenopeo – non ho niente in contrario. Ce l’avessi avuta io questa fortuna…ai tempi miei erano chilometri in treni e pullman per recitare in teatri sperduti davanti a 30 persone. Questi, in un attimo, hanno un milione di fan. Ma sono felice che i nostri ragazzi possano vivere in un’epoca così veloce. Quello che è importante non è il contenitore, ma il contenuto. L’importante è non perdere la propria essenza”.
Insomma, al cinema, come in amore, alla fine bisogna restare se stessi.
“E questa è l’unica legge che c’è”.
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