William Friedkin: l’ironia di Padre Amorth

“Credevo che gli esorcismi non esistessero – ha detto il regista in conferenza – ma ora so che sono autentici"


VENEZIA – C’era molta aspettativa attorno a The Devil and Father Amorth, il documentario di William Friedkin sul famoso esorcista scomparso il 16 settembre dello scorso anno, alla Mostra fuori concorso, e naturalmente con riferimento al fatto che Friedkin è il regista de L’Esorcista per eccellenza. Tema attuale, a quanto pare, dato che già l’anno scorso, qui a Venezia, avevamo visto l’analogo – ma più divertente – Liberami di Federica Di Giacomo (in Orizzonti). In verità, parte del pubblico è rimasta parzialmente delusa.

Friedkin mescola sì realtà e finzione, ma in maniera confusa e poco chiara, tanto che viene il dubbio che si voglia giocare al sensazionalismo come quando racconta di aver visto la posseduta strisciare sul muro e svolazzare proprio come in un horror, ma che purtroppo, casualmente, in quel momento non aveva a disposizione la telecamera. Per il resto invece, gran parte del film è occupato dalle riprese, in piano sequenza e in presa diretta, dell’esorcismo di Cristina, un architetto di Alatri che non riesce a lavorare a causa di forti disagi fisici e mentali ritenuti proprio da Padre Amorth causati da possessione diabolica. Le testimonianze di chi le è vicino parlano di estreme deformazioni del volto ai limiti dell’animalesco, di una pancia che si gonfia fino quasi a scoppiare, di una forza sovraumana, di voci spaventose, di lingue sconosciute. Ma in verità, quando si va a confrontarsi con la ripresa vera e propria, la povera signora sembra stare molto male – questo sì – ma nulla di particolarmente impressionante. Chi invece ha preso il film come un omaggio a sé stesso da parte di Friedkin, lo ha trovato un modo divertente di tornare su temi affrontati tanti anni fa, in forma diversa.

“L’orrore più grande nel mondo di oggi – ha detto il regista in conferenza – per me è il terrorismo islamico. Io ho visto tante cose nella mia vita ma mai niente di simile, questi insensati massacri di civili. Non so come si stia agendo per fermarlo ma so che invece per un’altra delle maggiori emergenze di oggi, il riscaldamento globale, non si sta facendo concretamente nulla, ci si limita a discuterne”.  

Padre Amorth in passato aveva scritto su L’esorcista e Friedkin un anno fa, mentre era in Italia per ricevere il premio alla carriera del Lucca Film Festival Festival e l’onorificenza della Fondazione Giacomo Puccini ha avuto un giorno ”l’impulso di andare a incontrarlo a Roma e chiedergli di realizzare questo documentario”, spiega. Il decano degli esorcisti era ”un uomo molto divertente, alla mano, non aveva paura del diavolo… io invece sì”. Amorth, ”dopo averci avuto a che fare per tanti anni, trattava il demonio con ironia, non come una forma di supremazia del male, ma come un idiota”. Friedkin, pur non considerandosi un uomo di fede, crede ”negli insegnamenti di Gesù”. Prima di girare questo film ”non credevo ci fosse niente di vero negli esorcismi, ora penso siano autentici. E’ stata un’esperienza terrificante vedere come mutasse la personalità di questa donna, servivano all’inizio quattro persone per tenerla ferma”. Il regista, che nel documentario mostra e commenta le immagini dell’esorcismo anche con famosi psichiatri e neurologi, ha vissuto durante le riprese anche momenti di tensione. “Non pretendo di convincere gli scettici – conclude – ma vi invito a non esserlo. D’altronde, chi può affermare con certezza che Dio non esista? Non abbiamo idea di cosa facciamo sulla Terra”.

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31 Agosto 2017

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