Welfare e parità, le richieste degli attori

Un vero e proprio sistema di Welfare, il contratto nazionale dell’audiovisivo, passi avanti sulla parità di genere ma anche una presenza capillare degli intimacy coordinator su set e durante i provini

Welfare e parità, le richieste degli attori

Un vero e proprio sistema di Welfare, il contratto nazionale dell’audiovisivo, passi avanti sulla parità di genere ma anche una presenza capillare degli intimacy coordinator su set e durante i provini. In breve, come ha sintetizzato la presidente Vittoria Puccini, “che i privilegi di pochi diventino i diritti di tutti”. Sono gli obiettivi fondamentali che l’associazione Unita, il sindacato degli attori, intende raggiungere.

Nata durante la pandemia per iniziativa di circa 100 interpreti di cinema, tv e teatro, oggi, con quasi 1700 iscritti, è una realtà di peso nel panorama dell’audiovisivo. Una conferenza stampa all’Hotel Ambasciatori – dove stasera è in programma anche un evento per raccogliere fondi – è stata l’occasione non solo per annunciare le prossime battaglie ma anche per un bilancio sul lavoro svolto finora. A rappresentare il direttivo sono stati Fabrizio Gifuni, Claudia Gerini, Fabrizia Sacchi, Mia Benedetta, Francesca Romana De Martini, Francesco Bolo Rossini, Fabrizia Sacchi, Pietro Sermonti, Thomas Trabacchi.

“I volti più noti – ha spiegato Vittoria Puccini – sono solo la punta di un iceberg. Accanto a loro ci sono tantissimi professionisti che non vedono riconosciute una serie di tutele e diritti. Ci sono dei diritti fondamentali che devono essere garantiti per tutti”. La strada è quella del contratto nazionale, che agli attori ancora manca, ma anche un sistema di Welfare che consenta di coprire le inevitabili pause tra un lavoro e l’altro. Anche considerato che, “quando non lavoriamo, non stiamo fermi – ha chiarito Francesco Bolo Rossini – prepariamo il prossimo progetto, facciamo prove o memoria, ci aggiorniamo”.

Fabrizio Gifuni si è dunque fatto carico di dar voce all’insoddisfazione rispetto all’attuale indennità di discontinuità: “E’ insufficiente. Travisa lo spirito della legge delega a cui si era arrivati e, in più, non è che l’ennesimo bonus, una misura assistenziale e non strutturale come quella di cui avremmo bisogno. Quello dell’indennità di discontinuità sarà un obiettivo costante di Unita a nome di tutte le persone che lavorano nello spettacolo”.

Un altro tema di cui Unita si occupa è la parità di genere. Francesca Romana De Martini ha denunciato uno squilibro inaccettabile, in primis per quel che riguarda l’età. “Le attrici lavorano tra i 20 ai 38 anni. E poi scompaiono, per poi ricomparire intorno ai 65/70 anni. E anche i personaggi femminili sono in genere costole dei personaggi maschili. Il nostro obiettivo è arrivare a rappresentare donne over 45 e personaggi femminili che siano persone a tutto tondo, non solo mogli o fidanzate”.

Ultimo ma non meno importante tema, il Protocollo contro gli abusi durante i casting. La figura dello intimacy coordinator può essere fondamentale. Non solo per far sentire a proprio agio gli attori nel girare scene di un certo tipo. Si tratta, soprattutto, di proteggere le attrici, specie più giovani e quindi più fragili, durante casting a volte convocati in contesti e con modalità poco professionali.

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18 Dicembre 2023

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