Wedding Party alla cocaina per Olivia Newton John


Momenti di gloria al Festival di Roma per Olivia Newton-John, interprete della commedia trash fuori concorso Tre uomini e una pecora, in sala a marzo con Lucky Red. A 33 anni dai leggendari duetti con John Travolta, la protagonista di Grease è ancora molto amata in tutto il mondo. “Sandy è un personaggio che vive tuttora e non solo nella memoria dei fan di un tempo. Ci sono bambine che l’hanno appena scoperta e il musical viene rappresentato sempre e ovunque”. Conferma il regista, l’australiano Stephen Elliot, quello di Priscilla, anch’esso diventato musical (sarà in scena a Milano dal 14 dicembre): “Vi assicuro che andare in giro con lei è un’autentica esperienza, la gente fa a botte per avvicinarla e chiederle un autografo. Io personalmente mi sono preso un pugno in faccia da una signora di una certa età, totalmente scatenata”.

 

Scatenata è anche Olivia nel film, che racconta l’incursione di tre sballati londinesi al matrimonio del loro migliore amico, che sta per impalmare la figlia di un senatore conservatore. Il politico, tutto d’un pezzo, ha fatto di uno splendido esemplare ovino, un ariete da esposizione, il suo simbolo e lo slogan delle sue campagne. Immaginate come potrà sentirsi quando scopre che i giovanotti hanno travestito la bestia da donna nel corso di un addio al celibato molto alcolico. Ma all’alcol si aggiungono le canne e le strisce di coca, mentre uno spacciatore che hanno involontariamente derubato insegue i ragazzi. Nel casino generale, degno di Una notte da leoni, si unisce al festino anche la moglie del senatore, interpretata proprio dall’attrice e cantante anglo-australiana. Una signora borgheseche non vede l’ora di lasciar andare i freni inibitori. “Ne ho conosciute di donne represse che bevono un goccio e vanno fuori di testa”, racconta Olivia. Che giura però di non avere esperienza diretta di droghe.

 

Stephan Elliot ha attinto a piene mani alla sua di esperienza, quella di regista di matrimoni. “Ho iniziato proprio così, a 14 anni, come Tarantino è partito dal negozio di video dove lavorava e Spielberg dai filmini super8… Avevo giurato che non avrei più messo piede a una festa di nozze, fosse pure la mia, ma il destino ti gioca brutti scherzi e Hollywood mi ha offerto centinaia di schifezze sul tema. Così ho decido di capitolare per questo A Few Best Men, lo considero la mia vendetta, una specie di Die Hard a un matrimonio”.

 

Classe 1948, Olivia Newton John, in completo maschile con tanto di cravatta, cerca di contrastare il tempo che passa con personaggi più pepati, senza peli sulla lingua, tutt’altro che acqua e sapone? “I ruoli di Grease o Xanadu appartengono inevitabilmente ai miei anni giovanili. Mi piace cambiare e fare qualcosa di folle. All’inizio ero un po’ spaventata, poi non sapevano più come fermarmi”. E’ proprio questo aspetto sovversivo a intrigare il regista: “Come in Priscilla mi piace raccontare storie in cui qualcuno si comporta male. Anche quando facevo i famosi filmini, mi mettevo a dire alla sposa che era troppo grassa e le facevo rifare venti volte la scena dell’altare”. Così nel film i quattro inglesi prendono in giro gli australiani, eredi dei galeotti spediti laggiù per ripulire le carceri londinesi. “Ma forse avremmo fatto meglio a fare l’inverso, lasciare loro sull’isola e andare noi a goderci il sole e le spiagge”, scherza uno degli attori, Kris Marshall, che ha il ruolo del “fratello” maggiore del promesso sposo. “Queste amicizie maschili sono legami fortissimi, tanto che si è coniata una parola per descriverli, la bromance“, spiega ancora il regista. E sui matrimoni demenziali giura che non è solo materia da fiction: “Una volta mi capitò una madre vestita esattamente come la figlia che stava andando all’altare, con tutte le conseguenze che potete immaginare”. Ma probabilmente non gli sarà mai capitato di infilare un braccio nel posteriore di una pecora per recupare una ventina di ovuli di cocaina…

 

 

autore
28 Ottobre 2011

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