Voce agli autori: come vorremmo la Rai e l’audiovisivo


E’ stata pubblicata su ‘Il Sole 24 ore’ una lettera indirizzata al Governo Monti sulla difficile situazione della Rai e dell’industria dell’audiovisivo italiana, i cui 520 firmatari rappresentano la maggioranza dei più importanti autori italiani di cinema, fiction, documentario, cartone animato e dialoghisti adattatori.

 

“La cultura – vi si legge – è non solo forte elemento identitario del nostro Paese ma anche propulsivo del suo sviluppo economico. La Rai è uno dei luoghi decisivi di questa ipotesi e solo sviluppando al meglio la sua natura di servizio pubblico si può dare impulso a un’industria sana e moderna. Perché il suo obbligo ‘per legge’ a innovare, se solo fosse rispettato, costringerebbe anche gli altri network a misurarsi sullo stesso terreno per non perdere quote di mercato e stimolerebbe così un decisivo miglioramento della qualità nell’intero universo della narrazione audiovisiva.(…) Ma non è stato possibile confrontarsi on i vertici della Rai. L’unica strategia adottata dalla dirigenza di viale Mazzini è stata invece quella di decidere in solitudine tagli giganteschi alla produzione di fiction, nonostante proprio la fiction sia trainante per ascolti e introiti pubblicitari. (…) Se qualcuno in Rai avesse accettato il confronto con gli autori sulla linea editoriale della attuale fiction avremmo consigliato ad esempio di dare minor centralità nelle scelte produttive al filone delle biografie filmate tanto in auge, che forse garantiscono da possibili spunti critici sulla realtà politica e sociale dell’Italia voluta da chi ci governa ma non sempre assicurano -per via degli investimenti che si rendono necessari per un film in costume- un buon rapporto qualità-costi. E avremmo suggerito di dare più spazio a storie che parlano del nostro presente e dei nostri problemi, evitando il ricorso a spettacolarità facili, spesso false e costose, prendendoci la responsabilità di rendere il racconto altrettanto emozionante e coinvolgente. (…) Tutto questo si può. Ma perché sia davvero possibile, occorre che il governo Monti intervenga a livello strutturale per rinnovare profondamente la Rai attuale, cambiando il modello di governo, garantendo la sua autonomia dai partiti, ridefinendo criteri di assoluta trasparenza nella selezione dei dirigenti e nell’assegnazione degli appalti. Assegnando a quanti ricoprono ruoli di responsabilità obbiettivi che siano coerenti con la sua missione di servizio pubblico e monitorando che vengano perseguiti con professionalità e rigore.
Noi autori siamo pronti a fare fin da subito la nostra parte ma chiediamo al Governo nuove regole e nuovi interlocutori. Interlocutori che ci auguriamo finalmente all’altezza di questa missione”.

 

E’ possibile leggere il testo nella sua interezza a questo link.

autore
12 Marzo 2012

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