Sarà il film Muhammad. Messager of God di Majid Majidi, il controverso kolossal sulla vita del Profeta bambino, a rappresentare l’Iran all’Oscar per il miglior film straniero. Il film, alla cui produzione hanno lavorato il premio Oscar Vittorio Storaro, con una numerosa equipe italiana, ha aperto il festival di Montreaux e debuttato nelle sale iraniane il 26 agosto. Realizzato con un budget di circa 50 milioni di dollari, in un mese ne ha incassati in patria circa 2 milioni.
Muhammad. Messager of God ha anche incontrato le critiche delle autorità teologiche sunnite di Al Azhar, al Cairo, e del Grande imam saudita, in quanto raffigura il profeta pur non mostrandone mai il volto. Anche il musicista indiano Allah Rakha Rehman, noto per l’Oscar del film The Millionaire, è stato bersaglio di una fatwa da parte di un centro sunnita ortodosso di Mumbai per la sua partecipazione al film iraniano.
Ma l’esplicito intento del film prodotto dalla Repubblica islamica – dove lo sciismo ha un approccio più elastico alla questione della rappresentazione delle figure sacre – è presentare Muhammad come un messaggero di clemenza e di pace.
Nel 2012 Una separazione dell’iraniano Asghar Farhadi aveva vinto l’ambito riconoscimento.
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