Se il figlio Corrado Pesci la descrive come una donna forte ma anche affettuosa, rigorosa sul set ma alla mano nella vita, andando oltre gli stereotipi di “algida e borghese” in cui è stata incasellata, Bruno Di Marino ne sintetizza la figura con l’ossimoro “diva e antidiva”. Riservata e appartata, nonostante il suo successo e il volto iconico: ha persino dato il suo nome a una band brasiliana di rock post-punk, mentre il pittore americano Mel Ramos l’ha ritratta in una litografia in cui è seduta su un gigantesco hamburger.
Mancava una riflessione critica approfondita su Virna Lisi (1936-2014), ma la lacuna è stata colmata per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, del Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e della Fondazione a lei dedicata con la mostra Virna Lisi. Diva e Antidiva, allestita proprio nella sua città d’origine, Jesi, ideata da Mauro Tarantino e curata appunto da Bruno Di Marino, storico dei media e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
All’esposizione – ricca di materiali audiovisivi e fotografici provenienti dagli archivi del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, nonché di immagini e materiale documentario fornito dalla Fondazione Virna Lisi, si aggiunge un bel volume edito da Danilo Montanari Editore. Allestita a Palazzo Bisaccioni, la mostra ricostruisce la carriera dell’attrice, restituendo al pubblico anche la sua dimensione privata, attraverso ricordi e oggetti.
Attrice di cinema e televisione – con una importante parentesi teatrale in cui fu diretta da Strehler, Squarzina e Michelangelo Antonioni – ha incarnato un modello eterno di bellezza e di eleganza, ma è stata anche capace di rinunciare allo star system privilegiando la sfera familiare. Amata anche a Hollywood dove gira How to Murder Your Wife con Jack Lemmon o Assault on a Queen al fianco di Frank Sinatra, tra i registi che l’hanno diretta figurano Germi, Monicelli, Losey, Comencini, Majano, Fulci, Maselli, Kramer, Young, Steno, Corbucci, Liliana Cavani, Risi, Zampa, De Filippo, Verneuil, Dmytryk, Lizzani, Bolognini, Amelio, Lattuada e Vanzina.
Il percorso è cronologico e tematico: dagli esordi negli anni ’50 alla parentesi internazionale negli Stati Uniti e in Francia, dalla pubblicità – il famoso dentifricio Chlorodont che la rese nota al grande pubblico, “con quella bocca può dire qualsiasi cosa” – passando per fertile
stagione degli anni ’60 fino alla maturità con un capolavoro come La regina Margot di Patrice Chéreau (1994) o il postumo Latin Lover di Cristina Comencini (2015), uscito dopo la sua dipartita.
Ritratti fotografici (tra cui quelli di Douglas Kirkland e Angelo Frontoni), dipinti, fotografie di scena e di set, manifesti e fotogrammi di film ce la restituiscono come una donna non solo bellissima ma capace di ironia: la copertina del libro la ritrae mentre finge di radersi con rasoio e schiuma da barba, in un celebre scatto di Carl Fischer.
In mostra anche un’installazione audiovisiva immersiva realizzata dal videoartista e regista teatrale Fabio Massimo Iaquone dal titolo Geometrie dell’incanto. Nel volume (pp. 173, € 35) troviamo l’introduzione del figlio Corrado Pesci, una dettagliata filmografia che comprende anche i lavori tv e le pièce teatrali, un contributo di Mauro Tarantino, un ampio saggio di Bruno Di Marino, testimonianze, tra cui Citto Maselli, Liliana Cavani, Alberto Tarallo, Sergio Gobbi.
Cavani la ricorda in Al di là del bene e del male nel ruolo, difficile e addirittura ostico, della sorella di Friedrich Nietzsche, “isterica, antisemita e gelosissima della donna che il fratello amava, per interpretarla avevo bisogno di un’attrice bravissima e, per fortuna, azzeccai la scelta”. Francesco Maselli, che la scelse per La donna del giorno, dichiarò: “Aveva questo volto meraviglioso da angelo, ma anche un po’ cattivo, perfetto per il personaggio di Liliana. Sul set le davo degli schiaffi per farla piangere”.
In occasione della mostra è stata organizzata una rassegna cinematografica, in collaborazione con l’associazione Res Humanae che, presso il cinema teatro Il Piccolo di Jesi, proietterà il documentario di Fabrizio Corallo Virna Lisi la donna che rinunciò a Hollywood e alcuni suoi lungometraggi. Altro evento collegato è il concorso per videomaker e artisti grafici nel campo della digital art, dal titolo Virna Lisi: icona italiana, che ha come oggetto la realizzazione di un visual mapping site specific. Le opere premiate verranno proiettate sulla facciata di Palazzo Bisaccioni.
La mostra si avvale della collaborazione di Rai Teche e del patrocinio del Ministero della Cultura, di Rai Marche, della Regione Marche e del Comune di Jesi.
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VIRNA LISI
DIVA E ANTIDIVA
ideata da Mauro Tarantino
a cura di Bruno Di Marino
16 dicembre 2023 – 5 maggio 2024
Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, Palazzo Bisaccioni
Piazza Colocci 4, Jesi (AN)
Ingresso libero
Orari di apertura: lunedì – domenica 9:30-13:00 / 15:30-19:30
Tel. 0731 207523 – email: info@fondazionecrj.it – www.fondazionecrj.it
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