Ecovid, di Alessia Fischetti e Sofia Borrelli e Noi cinesi in realtà siamo tutti dei cloni, di Alessio Hong hanno vinto ex aequo il primo premio di “A casa con Oberon Media”, festival di cortometraggi ideato e realizzato dalla società di produzione e distribuzione, che ha offerto – gratuitamente – ai videomaker costretti a rimanere a casa per la quarantena la possibilità di mettersi in gioco nella realizzazione in autonomia di un cortometraggio.
Dieci i corti finalisti, tutti inediti a tema libero, in lingua italiana e realizzati a casa durante il periodo di quarantena, della durata compresa tra 1 e 6 minuti. Tutti i cortometraggi finalisti sono pubblicati sui social di Oberon Media, il canale instagram @oberonmedia e sulla pagina facebook ufficiale, nell’idea di valorizzare sempre più i contenuti e le attività culturali online.La Giuria, composta da professionisti del settore cinematografico e audiovisivo, il regista Ferdinando Vicentini Orgnani (Presidente di Giuria), il coordinatore progetti di Oberon Media Ernesto Leotta (Segretario di Giuria), il regista Marco Amenta, lo storico e giornalista Salvo Trapani e l’attrice Elisabetta Pellini, ha premiato i due vincitori, che ricevono ognuno il Premio del valore di 1.000 euro, erogato dalla Oberon Media quale riconoscimento del merito personale per l’ideazione e la realizzazione.
A questo link la lista completa dei vincitori
Il cortometraggio di Rocco Anelli sarà proiettato a Roma con una proiezione evento il 29 novembre ore 19.00 presso il Cinema Azzurro Scipioni. Online il trailer ufficiale
Presentata a Venezia 80 e Premio Speciale ai Nastri d’Argento 2024, l'opera del regista crotonese, scritta dal fratello Severino e con la fotografia di Daniele Ciprì, è un toccante e poetico inno alla pace
Il 18 novembre alle ore 19:00 presso il Cinema Caravaggio di Roma si terrà l'anteprima del cortometraggio diretto da Jacopo Marchini e prodotto da Movi Production
Il progetto di Lucilla Colonna si ispira liberamente al film La città delle donne di Federico Fellini, un'opera grottesca del 1980 che esplora l'incomunicabilità tra uomini e donne, rappresentata simbolicamente da un treno inghiottito da un tunnel oscuro