Verdone: “Farò presto il mio film più impegnativo”

L'attore e regista, che ha ricevuto a Venezia il Premio Bianchi, ha inviato al produttore Aurelio De Laurentiis il soggetto del suo nuovo film scritto con Guaglianone, Menotti e Plastino


VENEZIA – E’ “una storia bellissima” quella che lega Carlo Verdone a Venezia. Veniva qui da bambino negli anni ’50 e ’60 con la famiglia, quando il papà Mario, grande studioso di cinema lavorava alla Mostra, poi c’è tornato negli anni da spettatore, due volte da giurato, e ora da premiato. Va a lui infatti il premio Pietro Bianchi del Sngci e il Premio Kineo. E poi c’è anche un doppio compleanno: il Premio Bianchi compie 40 anni e il regista, che ha appena sottoposto a Aurelio De Laurentiis un nuovo soggetto (“potrei realizzare il mio film più impegnativo di sempre”) celebra 40 anni di cinema.

Quella che lega Verdone al Lido “è una storia bellissima, iniziata con un bambino che guarda il cinema con occhi d’incanto, e ha il papà che lavora alla Mostra, poi questo incanto diventa realtà. Chi se lo sarebbe mai immaginato, che avrei attraversato 40 anni di carriera… incredibile. Serve talento, un pizzico di fortuna ma soprattutto la salute”. Non mancano gli aneddoti sui suoi soggiorni a Venezia, “come la volta da bambino, quando mia madre sulla spiaggia mi incoraggiò ad andare a chiedere un autografo a Alberto Sordi ma lui che coi bambini scherzava a modo suo mi rispose ‘non te lo faccio, perché c’hai la faccia da russo’, io gli dicevo che ero romano e anche suo vicino di casa ma lui ripeteva “no sei bugiardo, sei de Mosca’… alla fine però l’autografo me lo fece”. O quando “l’argomento del giorno delle signore in spiaggia fu Vittorio De Sica, che la sera prima aveva perso al casinò 150 milioni, una cifra colossale per l’epoca”.

Come giurato del concorso invece “ho avuto la prima volta (nel 1994) come presidente David Lynch e vinsero Natural Born Killers e Vive l’amour, e la seconda (nel 2014) con Alexandre Desplat, con cui non fu un’esperienza facile. Io ero convinto dovesse vincere Birdman, ma Desplat e un altro gruppetto di giurati quasi mi ridicolizzò reputando quello un film minore e fecero vincere il piccione (Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza di Roy Andersson). Mi dovetti battere molto anche per far dare i premi per gli attori ai protagonisti del film di Saverio Costanzo (Alba Rohrwacher e Adam Driver per Hungry Hearts), che erano bravissimi. Dopo l’Oscar a Birdman Desplat commentò in tv che forse avevano tutti sbagliato in giuria. Io avrei voluti dirgli, non tutti… tu”.

Verdone prende il premio Bianchi come un incoraggiamento visto che continuo a lavorare” dice sorridendo. Ha infatti appena inviato al produttore Aurelio De Laurentiis il soggetto di quello che potrebbe essere il suo nuovo film: “l’ho scritto con Guaglianone, Menotti e Plastino. Per ora non è un film corale. Se a De Laurentiis piacesse l’idea, dovrò fare uno sforzo artistico pazzesco, forse il più grosso della mia carriera…vedremo”

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01 Settembre 2018

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