Verdesca: “La mia Alida, guerriera e silenziosa”

Il doc di Mimmo Verdesca su Alida Valli debutta con uscita-evento distribuito da Luce Cinecittà


Debutterà nelle sale con una prima uscita-evento il 16,17 e 18 novembre distribuito da Luce-Cinecittà Alida, il film documentario di Mimmo Verdesca selezionato da Cannes Classics 2020 e presentato in prima mondiale alla Festa del Cinema di Roma venerdì 23 ottobre. 

Alida racconta per la prima volta sullo schermo, attraverso i diari inediti, straordinari repertori filmici e testimonianze d’eccezione, la carriera e il privato di una delle più grandi, luminose presenze della storia del Cinema, Alida Valli. Una carriera mondiale lunga 70 anni, in attesa del centenario nel 2021.

Cannes, per la selezione, ha dato questa motivazione: “Il regista Mimmo Verdesca dipinge con grande delicatezza e grande affetto il ritratto di un’attrice italiana dal destino e dal talento straordinari”.

Alida Valli è stata una delle attrici più celebri e amate del cinema e del teatro del ‘900. Una vera leggenda. Ha lavorato in tutto il mondo con registi del calibro di Visconti, Hitchcock, Welles, Antonioni, Pasolini, Bertolucci, Argento, Vadim, Chabrol e tanti altri, in una luminosa carriera lunga 70 anni.

Mimmo Verdesca, regista vincitore di due Nastri d’Argento per i suoi precedenti documentari sul cinema, In arte Lilia Silvi e Sciuscià 70, racconta per la prima volta la straordinaria vita di Alida Valli, attraverso le parole inedite delle sue lettere e dei suoi diari, con tanto materiale d’archivio pubblico e privato mai visto prima.Impreziosiscono il racconto le esclusive testimonianze di Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Charlotte Rampling, Vanessa Redgrave, Dario Argento, Piero Tosi, Marco Tullio Giordana, Thierry Frémaux, Felice Laudadio, Margarethe von Trotta, Pierpaolo e Larry De Mejo e di altri illustri protagonisti del cinema e del teatro italiano e internazionale.

“Per me, come per tutti – dice il regista – Alida Valli è stata una straordinaria attrice e una leggenda del firmamento dello spettacolo del Novecento. Sono solo uno tra i tanti milioni di suoi ammiratori. Ma l’interesse specifico per realizzare un documentario su di lei è nato nel momento in cui ho avuto il privilegio, penso di essere il primo regista ad averlo, di avvicinarmi all’immenso archivio personale che la sua famiglia mi ha messo a disposizione. Parliamo soprattutto di materiale scritto da lei stessa, lettere e diari, che rendono il ritratto di una donna schiva e indipendente, che non amava raccontarsi in pubblico ma in privato lo faceva splendidamente. In questo c’è anche la sua libertà, si avvicinava solo a chi riteneva vicino alla sua indole. Nel film è lei a raccontarsi in prima persona. Amava il silenzio, valore trasmessi a lei dai suoi genitori che erano riservatissimi. In famiglia, come dice lei, c’era poco dialogo e molti sguardi. Così per lei la scrittura diventava un modo per confidare a sé stessa paure, emozioni, gioie e desideri. Non era mai stato fatto un documentario su Alida in questo modo. Io racconto soprattutto la donna, cosciente che la sua carriera riflette la sua personalità. Anche per questo ho scelto Alida come titolo semplice ed evocativo. Nel suo nome c’è il suo ritratto. Significa ‘di nobile stirpe’, ma anche guerriera, e lei ha sempre combattuto per l’amore e per l’arte”. 

La voce narrante è quella di Giovanna Mezzogiorno: “Ci tengo molto alla presenza di Giovanna – continua Verdesca – che per me è una vera e propria interpretazione – continua Verdesca – è una persona straordinaria e la prima attrice a cui ho pensato, nella sua carriera e nel suo carattere c’è molto di Alida, e le somiglia anche fisicamente, i colori sono gli stessi, in alcune foto giovanili di Alida ho visto Giovanna. Poi questa voce calda, intensa e malinconica. L’ho contattata subito e ha immediatamente aderito al progetto senza esitare. Ne abbiamo parlato, ha letto gli scritti, è stato tutto abbastanza semplice. Le ho spiegato con pochi input quale era il sentimento e lo stato d’animo che secondo me Alida esprimeva in quelle pagine, lei è straordinaria e ha subito capito come doveva lavorare”.

Infine, su Cannes: “La selezione a Cannes Classics mi ha riempito di gioia e orgoglio. Nonostante la presenza di Frémaux nel documentario non era scontata. Chiaramente lui è stato scelto soprattutto come voce critica per raccontare la sfera francese di Alida. Nonostante non ci sia stato il festival causa Covid sono felice di sapere che il film andrà comunque sulla Croisette a fine novembre ai Rencontres Cinématographiques de Cannes”.

Il film è prodotto da Venicefilm Kublai Film, in associazione con Istituto Luce Cinecittà Fenix Entertainment, in collaborazione con Rai Cinema e Unione Degli Istriani, con il contributo del Mibact e con il contributo determinante del Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale.

Qui il manifesto:

 

 

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20 Ottobre 2020

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