Venerdì 20 settembre 2024, la rassegna stampa

Gianni Amelio sulla sua Dea dell'Olimpo: Sophia Loren, Marco Tullio Giordana e le sue "regole" per essere felice nel lavoro, intervista con Maura Delpero


Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo

Loren, Gianni Amelio: “Quando la vidi la prima volta era una dea dell’Olimpo scesa sulla terra”

Gianni Amelio durante il tour per il suo film Campo di battaglia, nell’intervista con Alberto Crespi de La Repubblica, ricorda con affetto Sophia Loren in occasione dei suoi 90 anni. Amelio racconta tre momenti importanti legati all’attrice: il loro primo incontro negli anni ’80, un progetto cinematografico mai realizzato con Loren e Mastroianni, e una proposta di collaborazione su Filumena Marturano. Nonostante i progetti non siano mai andati in porto, Amelio esprime grande ammirazione per Loren, definendola “molto semplicemente, la più grande”. Oggi l’attrice sarà celebrata in occasione di un evento privato voluto da Ministero della Cultura, Cinecittà e Archivio Luce al The Space Cinema Moderno di Roma.

Marco Tullio Giordana: “Mi sono dato delle regole per essere moderatamente felice nel lavoro”

Il regista Marco Tullio Giordana ha presentato al pubblico il suo ultimo film La vita accanto durante il Capalbio Film Festival, affiancato dalle attrici Valentina Bellè e Sonia Bergamasco. Il film, tratto dal romanzo di Mariapia Veladiano nelle sale dallo scorso 22 agosto con 01 Distribution, racconta la storia di Rebecca, una bambina con una malformazione che cresce isolata, ambientato tra Ottocento e Duemila. Giordana nell’intervista con Giulia Bianconi de Il Tempo ha spiegato il valore dei festival come occasione di confronto con il pubblico e ha condiviso riflessioni sul suo lavoro, sottolineando l’importanza di continuare a fare cinema con passione: “Mi sono dato delle regole per essere moderatamente felice nel lavoro che faccio, che è talmente bello che deve essere sempre pieno di invenzione. Il cinema deve sciare su neve fresca, non battere la pista preparata dal gatto delle nevi”.

Il giudice e il boss, un film per non dimenticare Cesare Terranova

Cesare Terranova fu assassinato nel 1979 insieme al maresciallo Lenin Mancuso per il suo impegno contro la mafia riporta Lucio Luca su Il Venerdì de La Repubblica. In concomitanza con l’anniversario della sua morte, Pasquale Scimeca, il regista, annuncia l’uscita de Il giudice e il boss un film che ne ricostruisce la vita e l’importanza nella lotta a Cosa Nostra. Scimeca e il giornalista Attilio Bolzoni sottolineano il ruolo fondamentale di Terranova nella comprensione della mafia come organizzazione unitaria e nel porre le basi per il maxiprocesso degli anni successivi. “La memoria di un magistrato così coraggioso non può svanire ed è fondamentale che anche i più giovani, quelli che magari non hanno mai sentito parlare di lui, sappiano quanto sia stato importante nella storia della nostra terra” dichiara Nadia Terranova, lontana parente dell’uomo che lottava contro la mafia.

Maura Delpero: “Per scrivere mi sono immersa a lungo in quei luoghi, a casa di mio nonno a Vermiglio”

Vincitrice del Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 e unica regista italiana nella storia della Mostra ad avere vinto il Gran Premio Speciale della Giuria il suo film Vermiglio, Maura Delpero, regista altoatesina di 48 anni, racconta a Marco Consoli de Il Venerdì de La Repubblica del suo film ambientato durante la fine della Seconda guerra mondiale in un paesino di montagna: “Un mondo poco edulcorato. Non c’è nostalgia per il passato, ma si racconta di una bellezza perduta e di indicibili sofferenze e ingiustizie. Descrivo un tempo in cui c’era posto per l’immaginazione: oggi conosciamo tutto, mentre all’epoca l’Atlante di Cesare era l’unica finestra sul mondo per i figli”.

Sherlock Holmes forever

Con l’autorizzazione degli eredi di Arthur Conan Doyle, lo scrittore Gareth Rubin ridona vita all’iconico detective con “Sinister, la città delle ombre” appena uscito in Italia per Longanesi. Nell’intervista con Antonello Guerrera de Il Venerdì de La Repubblica. Sherlock Holmes rimane un personaggio senza tempo grazie anche alla capacità di Conan Doyle di esplorare temi profondi come l’ambiguità tra bene e male. Nonostante Doyle avesse tentato di uccidere il suo personaggio, la sua popolarità ha costretto l’autore a farlo tornare in vita: “Doyle aveva provato ad ucciderlo perché credeva che lo oscurasse. Voleva essere ricordato per altre opere. Ma alla fine gli fruttava così tanti soldi…(…)”Sherlock piace ancora perché ci rassicura e rende il mondo più razionale.”

Iaia Forte: “non ci sono ruoli che restituiscano la complessità e la pienezza del femminile”

L’attrice Iaia Forte torna in TV con la docuserie Donne di Campania, ideata da Giovanni Minoli, in cui racconta la vita di Elvira Notari, la prima regista italiana. Nell’intervista con Francesca D’Angelo de La Stampa, Forte riflette sul suo rapporto con il teatro, il cinema e la TV, definendo il teatro come il suo “vero amore” e la TV come una “suocera” con cui ha avuto un rapporto altalenante. “C’è un problema di ruoli femminili che non restituiscono la complessità e la pienezza del femminile. Io sono stata fortunata perché ho esordito con il film Libera che metteva in scena tre donne scellerate, eccentriche, atipiche. Da lì poi ho lavorato con Martone, Sorrentino, Ferreri… Però, appunto, sono stata fortunata”. Inoltre, aggiunge l’attrice: “molte di noi sentono di avere una data di scadenza addosso. Io me ne sono sempre fregata non ho paura di apparire più vecchia, più grassa, o nuda”.

 

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20 Settembre 2024

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