“Dicono che senza Nonno Libero il Medico in famiglia era calato di audience, secondo me c’è stata una defaillance di ascolti che ha riguardato tutti i programmi, comunque torno a fare quel personaggio a cui devo molto e devo molto anche alla Rai”, Lino Banfi annuncia una rentrée molto gradita dai fans del celebre personaggio televisivo. E parla anche di un film che vorrebbe girare, Giochi della gioventù, “storia di tre o quattro vecchietti che si mettono insieme per divertirsi, andare ai rave party e fare cose assurde, finché figli e nipoti non li riportano alla ragione. Ho 75 anni suonati e credo ancora molto nel cinema”, dice l’attore pugliese, che è tra i protagonisti della commedia corale dei fratelli Carlo ed Enrico Vanzina Buona giornata, in uscita il 30 marzo con Medusa in 500 copie. Banfi racconta anche del suo incontro alla Mostra di Venezia con Quentin Tarantino, che forse vorrebbe fare un film con lui. “Non so se era ubriaco o faceva sul serio. Io non ci vedo bene da lontano. Stavo parlando con Mia Farrow, che è ambasciatrice dell’Unicef come me, quando ho visto correre verso di me uno che mi sembrava Jimmy il fenomeno con due o tre telecamere dietro. Si inginocchia davanti a me e dice: ‘thank you, grande maestro’. Qualcuno mi ha spiegato che era Tarantino. E allora gli ho detto: ‘You grande maestro’ e ho citato Pulp fiction per fare bella figura. Mi ha detto che la sera prima aveva visto un film con me e la Bouchet, dove io la massaggiavo. Io gli ho chiesto di farmi fare il cattivo, uno che sgozza le donne, lui me l’ha promesso, chissà…”.
Lino Banfi è uno dei protagonisti della cine-colomba dei Vanzina, commedia a tanti personaggi che esce a dieci giorni appena dalla Pasqua. L’attore pugliese è un senatore che teme di essere inquisito per corruzione e che raccoglie anche il voto di un morto pur di respingere la richiesta di autorizzazione a procedere. E’ ispirato a Scilipoti, a cui Giuliano Montaldo l’aveva accostato durante l’omaggio che gli fu tributato a novembre scorso ad Assisi? Banfi non si sbilancia: “Vedrete cosa racconterà Mastella a ‘Porta a porta’, queste cose succedono davvero. Ma i politici mi vogliono bene, a destra e sinistra, io sono sempre pronto ad aiutarli, se mi stanno simpatici. Quanto al senatore Leonardo Lo Bianco del film è un tipo nevrotico e riprende le mie macchiette pugliesi di vent’anni fa, mi riporta indietro nel tempo”.
Banfi non gioca da solo la difficile partita di questa ennesima commedia usa e getta che però si sente erede dei fasti della commedia all’italiana, almeno nelle intenzioni degli autori e del ricco cast. Christian De Sica, che torna coi Vanzina dodici anni dopo l’ultima volta, ha il ruolo del principe romano caduto in disgrazia economicamente ma sempre pronto a partecipare a un ricevimento, “Ascanio Gaetani Cavallini è un personaggio in via d’estinzione, che ha l’eleganza di Mario D’Urso e il presenzialismo di Giovannelli”, dice Christian. Vincenzo Salemme è un notaio napoletano vessato dalla moglie che si lascia convincere da un cliente a provare una prostituta russa ma finisce incastrato dalla consorte (Tosca D’Aquino) con schiaffoni di rito. Paolo Conticini è un tifoso della Fiorentina superstizioso allo spasimo, è fidanzato con Chiara Francini e arriva a preferire le corna alla sconfitta della squadra del cuore fuori casa. Maurizio Mattioli è un romanaccio arricchito, che ha sempre evaso il fisco, ma finisce nel mirino della Finanza e cerca di svicolare con l’aiuto del suo factotum Gabriele Cirilli. La siciliana Rosaria Miccichè è una manager single tutta ipad, tai-chi e yogurt magro che, per una serie di contrattempi e sfighe, viene rimandata in Tunisia come clandestina. Infine Diego Abatantuono è un milanese trapiantato in Puglia e preso in giro da moglie e figli, che cerca di riconquistare la stima della famiglia mentre gli affari vanno a rotoli perché vende apparecchi ad alta tecnologia fra i trulli.
“Si tratta dell’unico episodio non scritto da noi, ma direttamente da Diego – spiega Carlo Vanzina che è al suo 53° film da regista – lo spunto iniziale ci è venuto sfogliando la rivista ‘Sette’ che ogni anno racconta una giornata italiana attraverso una collezione di bellissime fotografie sociali, noi abbiamo scelto invece delle storie buffe che servano anche a mettere alla berlina vizi e difetti degli italiani, in un momento di crisi, e le abbiamo valorizzate grazie agli attori comici tutti bravissimi”. Aggiunge il fratello Enrico, lo sceneggiatore del duo: “Non volevamo scimmiottare Altman, ma semplicemente far ridere, mettendo insieme vari generi e modelli dal Marchese del Grillo al Banfi d’annata, dalla farsa napoletana a La mandragola. Qualcuno mi ha detto che sembra un film di Steno, mio padre, ne sono proprio felice. Adesso tutti si sono buttati sulla commedia, ma di vere commedie all’italiana ce ne sono poche, si fanno soprattutto storielle sentimentali senza veri comici”. Preferisce non parlare di cine-colomba, Enrico, ma puntualizza: “Lasciamo perdere, di sicuro è il film di Pasqua di Medusa e se il maltempo ci assiste…”. Non manca nel finale la citazione televisiva, ormai molto di moda, con i personaggi che si ritrovano tutti da Frizzi ai Soliti ignoti. “Buona giornata non sembra un film a sketch, è una storia unitaria grazie all’idea di raccontare una giornata dell’Italia contemporanea e sicuramente ha un grande ritmo”, dice ancora il regista. Ma per Christian De Sica, ridotto a ripetersi all’infinito con non pochi vezzi alla Alberto Sordi, arriverà mai l’occasione di inventare qualcosa di nuovo, magari proprio grazie all’estro dei Vanzina? “Ho già fatto ruoli drammatici, con Avati per esempio. Ma è normale ripetersi: quando hai fatto il cow boy per tutta la vita, i produttori ti faranno sempre salire e scendere da cavallo”.
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