Vanessa Beecroft, una delle più celebri protagoniste dell’arte internazionale contemporanea, ha accettato l’invito della presidente Chiara Sbarigia di realizzare a Cinecittà una nuova esclusiva performance site-specific che vede protagoniste le donne di Roma.
L’appuntamento, previsto per oggi, 1 ottobre, dalle ore 18 alle 21, presso il Teatro5, si inserisce nell’ambito del nuovo progetto culturale di Cinecittà, che mira a valorizzare il patrimonio, gli spazi e le attività, nell’ottica di farne sempre più una fucina artistica attiva in più direzioni.
Spiega Sbarigia: “Mi sono resa conto che il patrimonio dell’Archivio Luce, perno del sistema culturale di Cinecittà, con le sue centinaia di migliaia di fotografie e filmati, andava arricchito con nuove acquisizioni, in particolare sulla verticale dell’”attualità” e soprattutto su quella dello “sguardo femminile”, fino ad oggi totalmente assente. Partendo da questo principio, ho pensato di invitare sul progetto un’artista dalla caratura internazionale come Vanessa Beecroft. Nonostante gli interventi di Vanessa si fossero principalmente svolti in musei o chiese sconsacrate, abbiamo provato a chiederle di realizzare un tableau vivant site-specific a Cinecittà: sarebbe stato il coronamento della mia “verticale femminile”, perché da sempre Vanessa s’interroga artisticamente sul tema del corpo delle donne. Sono anche felice che la performance VB93 cada vicino alla data di nascita di Caravaggio, perché nell’originalissima arte di Vanessa batte un cuore antico. Le radici profonde dei ‘tableaux vivants’ infatti sono quelle dello staging a cui Caravaggio assegnava una grande importanza, così come provano diverse testimonianze biografiche sulle attenzioni che dedicava alla scelta e alla disposizione dei modelli, dato che ciò che lo entusiasmava di più era il modo di inquadrare la scena attraverso la luce”.
Intitolata VB93, la performance di Vanessa Beecroft propone una riflessione sulla costruzione stessa delle performance dell’artista, con uno sguardo che spazia attraverso la sua intera produzione, dal 1993 al 2021, alla ricerca di una risposta socio-politica sul tema del femminile e del femminismo.
In omaggio al mondo del cinema che ospita l’evento, primo soggetto di riferimento di VB93 Performance è proprio la Jeanne Moreau de La Notte di Michelangelo Antonioni, scelta come emblema di una generazione di donne che hanno vissuto la propria esistenza in modo silenzioso, senza facoltà di parola.
La performance nel Teatro5 di Cinecittà, il più amato da Federico Fellini, si realizza in uno spazio che supera la specificità di Roma: un luogo ideale, astratto e metafisico, come quello della produzione dei film. Il processo della realizzazione della performance, che non è mai stato filmato prima, viene quindi documentato in tutti i suoi aspetti proprio in forma di film, in particolare nel rapporto con i soggetti protagonisti della performance: le donne dei quartieri di Roma che Vanessa Beecroft intervista durante i casting. Donne che vivono nelle periferie, ma anche nei quartieri più centrali della Capitale. Lo scopo è di narrare attraverso l’esperienza di questo evento tutto ciò che, nel corso degli anni, le precedenti performance della Beecroft hanno voluto rappresentare sui temi della psicologia femminile, della bellezza, della violenza, del rapporto con il corpo.
Spiega Beecroft: “La performance si svolgerà nel Teatro storico di Federico Fellini in un atto unico della durata di tre ore. Sarà composto da circa 300 interpreti donne che rimarranno in scena per l’intera durata. I cambiamenti nell’illuminazione suggeriranno una progressione del tempo, dalla tarda notte fino a metà pomeriggio. Questa progressione avviene in tre momenti distinti ma in un flusso continuo. Durante i tre momenti verrà eseguita una colonna sonora dal vivo, che a volte sembra riflettere la situazione psico-spaziale all’interno della performance. Altre volte invece, la colonna sonora si allontana e prende vita propria.
La performance VB93 e il suo processo di ideazione e realizzazione diventerà un documentario diretto e prodotto alla stessa Beecroft, mentre alcune immagini saranno acquisite dall’Archivio Luce e faranno anche parte del MIAC, il Museo del Cinema e dell’Audiovisivo di Cinecittà.
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