VENEZIA – Fine anni ’60: Parigi, Londra, Milano vivono un fermento creativo, pulsano allo stesso ritmo, stelle della stessa costellazione culturale, che si ribella, si rinnova. Guido Crepax intercetta tutte le novità di una Milano in fermento, della rivoluzione che è anche estetica e li traspone nel suo fumetto, dove arte, musica, design, cinema e moda si contaminano, rompendo e innovando gli schemi della narrazione. Valentina è il suo alter ego: la fotografa sognatrice diventa un’icona amata da più generazioni. Elegante e sofisticato sogno erotico per gli uomini e simbolo di indipendenza, fascino e seduzione per le donne.
Passato alle Giornate degli Autori, nella sezione ‘Notti Veneziane’, arriva in sala il 12 febbraio il documentario di Giancarlo Soldi Cercando Valentina – Il mondo di Guido Crepax, progetto realizzato nell’ambito del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema e realizzato con il sostegno della Regione Lazio – Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo, con il sostegno della DG Cinema, prodotto da BIZEF con Raicom, in collaborazione con RSI-Radiotelevisione svizzera e con Rai Cultura, in collaborazione con Laser Digital Film in collaborazione con Chromatica.
Cercando Valentina è un viaggio alla ricerca di Valentina e del suo creatore, dove il passato si confonde col presente, la narrazione è sincopata e a volte rarefatta come nelle tavole di Crepax. Il mondo del fumetto prende vita e Philip Rembrandt, che nelle storie di Valentina è l’amante, esce dal disegno per diventare la presenza reale che ci conduce alla ricerca di tutti coloro che l’hanno amata, capita, collezionata.
“Valentina è bella come Louise Brooks, disturbante come un taglio di Fontana, consapevole come una lirica di Bob Dylan e libera come la musica di Charlie Parker – dice il regista – l’indirizzo che porta sulla carta di identità è esattamente quello di Guido Crepax. Lei dunque abitava in realtà il suo sogno, il suo cassetto, la sua matita, la sua fantasia. Crepax è Valentina. Per cui sono partito da lì e dalla Milano che in quegli anni aveva artisti capaci di raccontare il mondo contemporaneo, e Guido Crepax, è stato un protagonista di quel magico incrocio di coincidenze che ha portato alla modernità e soprattutto, con il suo personalissimo stile, ne è stato uno dei principali motori. Crepax fu tra i cantori di quel cambiamento, di quel nuovo inizio e voglio farne comprendere la complessità e la modernità. In quei giorni uomini, donne, moda, architettura, design, cinema, letteratura, rivoluzione e leggerezza dialogavano fra loro e la capacità intuitiva di Crepax è stata, quella di afferrare al volo lo spirito del tempo, di quel meraviglioso ed euforico clima che permeava la Milano degli anni ’60 e ’70. È per questo che ho scritto il soggetto con Stefania Casini, testimone di quel periodo di liberazione femminile, e ho chiesto per il trattamento la collaborazione di Marco Lodoli, scrittore capace di elaborare un progetto lasciandosi trascinare dalla fantasia e dal sentimento. Fermo restando le testimonianze che stracciano il valore documentaristico e storico dell’autore, ho voluto raccontare quelle contaminazioni con una forte impronta personale. Volendo mostrare l’euforia di quegli anni, mi è sembrato necessario utilizzare stili espressivi con registri diversi, tecniche miste, dalle riprese ricolorate, a omaggi ad artisti sperimentali come la celebre performance di Ives Klein citata da Crepax in una storia di Valentina”.
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