“Valdagno, Arizona”, dalla fabbrica dei Marzotto ai nativi Navajos

VENEZIA – Umberto Marzotto era il “principino ribelle” di Valdagno, erede dell’azienda tessile di famiglia che aveva scelto di rinunciare al ricco percorso già tracciato in nome della musica. Ora è un cantautore, ma anche un membro del collettivo Pyoor, il cui obiettivo è generare interesse verso modelli di sviluppo alternativi tramite musica, cinema e fotografia. E’ così che ha iniziato un viaggio che l’ha portato tra i nativi Navajos e che è mostrato nel film Valdagno, Arizona, passato ai Venice Days insieme a molti membri del collettivo.

Nella riserva americana dei Navajos la vita segue ritmi e principi diversi da quelli della iperstrutturata società occidentale, tra tradizione, misticismo, cultura autoprodotta e grande coscienza ecologista, “perché il rapporto con la Madre Terra è uno dei cardini delle nostre vite”, dice Mark Sorensen, tra i fondatori della S.T.A.R. School, il “primo istituto scolastico americano che funziona esclusivamente grazie all’energia solare”.

Ma lì ci sono anche progetti innovativi che spingono i ragazzi ad essere curiosi, diventare autonomi ed esplorare la creatività, come il corso di cinema, che ha portato una delle studentesse a realizzare diversi cortometraggi e ad approdare persino all’Arizona Film Festival.

“Noi fondiamo i nostri valori sulla natura e sulle relazioni umane – dice Sorensen – Fa pensare il fatto che in questo momento storico tutti seguano il motto ‘Going green’, ma i Navajos sono green da sempre, grazie alle loro antiche tradizioni. Siamo una piccola comunità autosufficiente e riusciamo a seguire uno stile di vita completamente improntato al rispetto della terra. Se ci riusciamo noi possono farlo tutti. Abbiamo meno risorse ma più opportunità”.