Emily, una giovane olandese dalla carnagione pallida, si veste di bianco. L’obiettivo, complice la musica di Andrea Morricone, si muove dolcemente su inserti di pizzi, calze e voile. E’ il 1899 a Bagni di Lucca e la donna, vedova da un anno, arriva in questo piccolo paese italiano per riprendersi da una malattia sentimentale divenuta ormai fisica. Fondu in chiusura e il bianco accecante dei tessuti scivola verso il nero.
Così il regista olandese Frans Weizs sceglie l’apertura di Una donna del nord, film tratto dal racconto “Sulla via della gioia” di Louis Couperous e coprodotto da Enzo Porcelli (Alia Film) insieme all’olandese René Seegers (Hungry Eye Lowland).
“Couperous in Olanda è l’equivalente letterario di Alessandro Manzoni – spiega Porcelli – La pellicola si è conclusa nel 1998 ma arriva in Italia solo ora per problemi distributivi. Il film va in tre sale di Roma, Milano e Bologna, venerdì 18 ottobre, grazie a Sharada”. Ma in questi quattro anni Una donna del nord ha fatto il giro del mondo: è uscito in Benelux, Australia, Germania, Scandinavia e Sud Africa. In Cina, dopo essere stato al festival di Shangai, è stato venduto alla televisione nazionale. “I cinesi annualmente comprano al massimo 15-20 film europei. Soprattutto acquistano – spiega Porcelli – pellicole americane e dunque la vendita de Una donna del Nord era del tutto insperata”.
Nel cast oltre a Johanna Ter Steege/Emily e Anthony Calf, ci sono Massimo Ghini, Alessandro Haber e Pamela Villoresi. “Emily, la protagonista, è una protofemminista – racconta l’attrice italiana – La donna allo scadere del 1900 affronta il disonore di una convivenza e di un figlio fuori dai canoni del matrimonio pur di dire a se stessa di aver scelto e non subito la vita come le era stata proposta. E’ una storia popolare e allo stesso tempo ispirata. Non capisco perché noi italiani non realizziamo al cinema storie tratte dai nostri classici letterari”. Per Villoresi impegnata più al teatro che al cinema, “le commedie di Goldoni che raccolgono consenso enorme sulle scene internazionali, dovrebbero diventare dei film. Il nostro cinema sarebbe così più visibile”.
Haber, che per la prima volta ha recitato in costume, interpreta il sindaco De Santis: “Sono piuttosto viscido e disturbante, un vecchio generale orgoglioso di aver combattuto la guerra, ma invidioso dei successi sentimentali del medico (Massimo Ghini, ndr.)”. Haber racconta la “difficoltà iniziale di girare in inglese. La storia si svolge all’interno della comunità britannica già presente in Toscana alla fine dell’800. Bagni era famosa anche allora per le cure termali”.
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