Esce il 30 agosto in 300 copie con 01 Una commedia pericolosa di Alessandro Pondi, che mette Enrico Brignano nell’insolito ruolo di un agente segreto (o almeno, di qualcuno che finge di esserlo). Con lui ci sono anche Gabriella Pession, Paola Minaccioni e Fortunato Cerlino. Il film è una produzione Rodeo Drive e Rai Cinema.
Per Pondi è la seconda volta con Brignano: “Quando finisco un film è difficile pensare a cosa fare dopo. Cerco sempre di stare nell’ambito della commedia ma spaziando. Io sono un grande osservatore: i miei vicini di casa sono due anziani che giocano sempre al solitario al computer e si vogliono molto bene. Abbiamo fatto presto amicizia, gli ho detto che li stavo “spiando”. E da lì nasce l’idea, in cui poi inserisco La pantera rosa, Rashomon, La finestra sul cortile di Hitchcock, lo Stranamore di Kubrick e il Woody Allen di Misterioso omicidio a Manhattan. Tutte le nostre vite sono movimenti di causa effetto e non dobbiamo soffermarci solo sugli esiti finali, ma capire perché alcune cose accadono”.
Commenta Brignano: “Pondi ti travolge da subito, mi ha detto che il film era scritto per me, dopo la chiamata il contratto va da sé. Però mica mi faceva leggere la sceneggiatura. Poi, quando l’ho letta, ho capito che in effetti mi ci ritrovavo, c’era ad esempio un grande monologo, una specie di filastrocca, e questo è il mio business core. La parte ironica mi si è subito presentata davanti”.
In questo c’è, forse, la lezione di Gigi Proietti: “E’ indimenticabile – ricorda Brignano – anche se con il cinema ha sempre faticato, è stato fin troppo criticato, almeno fino al Maresciallo Rocca. Comunque la sua più grande liberazione, diceva, è stata non doversi più tingere i capelli. Pian piano ho imparato molte cose, sullo spazio scenico, sul togliere, e sicuramente molto viene da Proietti”.
Cerlino, che raramente si vede nelle commedie, fa eco: “Le gente non ci crede ma in teatro io nasco come attore comico e brillante, ma da Gomorra in poi pensano che io possa far solo piangere. Il cuore è lo stesso: c’è una tragedia anche nelle migliori commedie. Poi si fa un doppio giro e diventa una risata”.
Emanuela Ionica di solito fa la doppiatrice (per Zendaya, ad esempio), ed è di origine rumena: “è il mio primo film. Prima solo pubblicità. Il nome del personaggio è di origine rumena ma è stato casuale, me lo sono ritrovato sul copione, io volevo fare l’attrice e la cantante da sempre, è quello che farò. Il doppiaggio è stato casuale, mia mamma ha trovato l’annuncio di un corso ed è tutto partito da lì. Da persona molto timida e introversa fare la doppiatrice mi permetteva di esplorare l’animo umano, diventando, cruda, violenta, forte. Anche fisicamente ho fatto fatica ad accettarmi, a causa del bullismo, ma questa esperienza mi ha ora permesso di fare un passo avanti. Ora so che ho un corpo e un cuore e una voce che esce di conseguenza”.
Chiediamo a Brignano se è un fan dei film di 007 – citati nell’apertura – e degli action americani in generale, e se li ha visti per prepararsi al ruolo: “Ho visto tutti gli 007 confondendoli come li avrebbe visti anche il mio personaggio, pure quelli contro Maciste, sono un grande fruitore dei film d’azione, anche se a volte gli americani esagerano. Fanno esplodere le auto, noi con quei soldi ci facciamo due settimane di riprese compresi i cestini. Una volta, mentre giravano uno 007 a Roma, dovevo fare una scena con Vanessa Incontrada, tutti e due vestiti da cane. Eravamo vicini al loro set e loro distruggevano le Aston Martin nel Tevere, mentre noi ci impiccavamo con un primo piano. Io ho imitato Bond per tutta la vita. Tutti abbiamo detto almeno una volta ‘Il mio nome è Bond’. Ora mi hanno pagato per farlo, col green screen dietro e in un brutto scantinato. Più che Bond sembro la sua custodia ma è stato molto divertente. Sacro e profano, ci si gioca su, ma è stato fatto per un amore viscerale”:
“Ma il sangue che cola dopo che Bond spara al nemico – dice Pondi – lo abbiamo messo fucsia, per fare qualcosa più in stile Pantera Rosa. Anche il cartellone lo abbiamo chiesto a un professionista del genere, Renato Casaro, un maestro del disegno che a 87 anni lo ha realizzato con la passione di un ventenne”.
Chris Ciampoli è autore della colonna sonora: “lavorare con un cast di attori del genere è fantastico. Alessandro è un regista d’altri tempi, chiede tanto alla musica perché la considera una piccola sceneggiatura che affianca quella principale, e che cerca di raccontare ciò che le immagini non raccontano, ma io la penso come lui. Mi ha chiesto di rifare Psycho!, pensavo fosse un limite invalicabile, ma alla fine è riuscito a cacciarmelo fuori. Per me era troppo, mi sono quasi arrabbiato, ma appena chiuso il telefono in tre minuti ho fatto quello che mi chiedeva, pur non avendo a disposizione orchestre o grossi budget”.
Chiude Pondi: “Il clima sul set era comunque e deve restare festoso. Se non ci divertiamo noi per primi il pubblico se ne accorge. Una grandissima professionista Gabriella Pession, è una hostess, una specie di Marylin tra le nuvole, molto eterea, grandi tempi e grande sintonia con Enrico. Minaccioni è una mia attrice feticcio, ha fatto quattro film con me, le voglio bene e so che è strepitosa, costruiamo insieme il personaggio, in questo caso era una specie di sex bomb fasciata come Jessica Rabbit, volevo che tutti si trovassero bene nei loro panni, che si sentissero a loro agio”.
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