CANNES – C’è anche Monica Bellucci nel cast di I migliori anni della nostra vita (leggi il nostro articolo), pellicola Fuori Concorso a Cannes e in sala dal 19 settembre con Europictures firmata dall’ottantenne maestro del cinema Claude Lelouch. Un film straordinario che riunisce, dopo oltre cinquant’anni, Jean Louis Trintignant e Anouk Aimée, gli iconici protagonisti di Un uomo, una donna (1966), film che fu la svolta nella carriera di un allora giovanissimo Lelouch, per la quale vinse la Palma d’Oro, un Oscar e numerosi altri riconoscimenti, e di cui aveva già realizzato nel 1985 il sequel Un uomo, una donna oggi, sempre con la stessa coppia di attori. “Quando presentammo all’epoca il film sulla Croisette non avevo capito cosa stesse realmente accadendo – ammette Lelouch – stavamo tutti passando dall’ombra alla luce dei riflettori, la gente si riconobbe nella storia, gli attori ricevettero tantissime lettere dal pubblico, tutto cambiò nelle nostre vite. Tre anni fa abbiamo celebrato il cinquantesimo del film con la proiezione della sua versione restaurata, in quell’occasione ho visto Jean Louis e Anouk vicini e ho pensato che avrei voluto rivederli di nuovo insieme sul set. Realizzare il film e tornare qui a presentarlo è stato come un miracolo, scattato sin dalla prima scena girata che è quella del loro nuovo incontro”.
Ritroviamo così l’ex pilota di auto da corsa Jean-Louis, anziano, in un ospizio dove vive perso nei meandri della sua memoria, con moneti di lucidità da cui va e viene, quasi disinteressato al mondo che lo circonda. Per aiutarlo, suo figlio si mette a cercare Anne, la donna che ha perso e di cui parla di continuo, l’unica cosa che sembra ricordare bene del suo passato. I due ex amanti si ritrovano, gli viene offerto un nuovo inizio, e la loro storia riprende esattamente da dove l’avevano lasciata. Separati dal viaggio della vita che, quando gli offre una nuova possibilità, li trova ancora legati dalle tracce che hanno lasciato l’uno nell’altra. Meravigliosamente vicini, oggi come allora, complici di quel sentimento che in Les Plus Belles Années d’une Vie sfida anche il tabù sociale di due anziani che sanno guardarsi con amore.“Da soli si va più veloce ma insieme si va più lontani”, rimarca romanticamente Monica Bellucci che nel film interpreta la figlia di Jean-Louis, e aggiunge rispetto all’esperienza dell’aver preso parte alla nuova puntata di un film così iconico: “Lavorare con Claude è stata un’esperienza travolgente, da tutti i punti di vista. Lui ha un modo peculiare di girare, lo script funge essenzialmente da linea guida e spinge gli attori a improvvisare, a trovare la loro strada verso il cuore del personaggio. Ci si sente davvero liberi di recitare ed esprimere se stessi”.
Nel film le immagini del passato e del presente si combinano, in un vivace avanti e indietro con la pellicola del 1966 di cui rivediamo volti e luoghi in epoche diverse: la stanza d’hotel del primo incontro, la spiaggia su cui hanno passeggiato, la corsa in macchina. Possiamo seguire i segni che il tempo ha lasciato sui protagonisti, interrogarsi su cosa sia loro accaduto nel frattempo, ma senza indugiare troppo su sentimenti nostalgici o crepuscolari, sebbene. Per Jean-Louis e Anne è sempre come se ci fosse qualcosa di incompiuto, come se mancasse ancora tanto dire e se il meglio della vita dovesse ancora venire. È proprio questo il futuro a cui allude il titolo del film, che prende in prestito la frase di Victor Hugo “i migliori anni di una vita sono quelli che non sono ancora stati vissuti”, per rimarcare la forza vitale e propulsiva del presente quando è spinto dalla brama del futuro. “Sono ossessionato da questa frase che si è insinuata in molti dei miei film – evidenzia il regista – Non c’è davvero niente di meglio del presente. L’amore è l’arte del presente e il presente è tutto ciò che abbiamo, contiene ogni virtù. Anche se gli eroi del mio film hanno solo un’ora di vita, quell’ora sarà la migliore”.
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