Dopo Genova, Porto Alegre e la piazza romana dello sciopero generale, i registi della Fondazione Cinema del Presente, inaugurata con l’opera collettiva sul G8,Un mondo diverso è possibile, gireranno, alla fine di maggio, un film in Palestina.
“Vogliamo raccontare, con spirito da autori e non da cronisti, come vivono i palestinesi. Per raggiungere la pace è fondamentale che gli israeliani si ritirino dai territori occupati e che prevalga la soluzione politica di ‘due popoli, due stati'” ha spiegato Citto Maselli, presentando a Roma la nuova iniziativa della Fondazione.
E sarà il network di associazioni Action For Peace – di cui fa parte anche l’europarlamentare Luisa Morgantini – a fornire supporto logistico e organizzativo alla delegazione di oltre 20 filmakers formata, tra gli altri, da Francesca Comencini, Mario Monicelli, Gillo Pontecorvo, Paolo Sorrentino, Marco Puccioni, Giuliana Berlinguer e dallo stesso Maselli.
I registi contano anche sull’appoggio dell’Autorità palestinese e di Daniel Amid, intellettuale israeliano schierato contro il governo Sharon.
“Ho sempre sognato un cinema che racconti la vita quotidiana dei palestinesi, la loro sofferenza e le umiliazioni che subiscono”, afferma Luisa Morgantini.
Le fa eco Nemer Hammad, rappresentante dell’Autorità palestinese in Italia: “E’ un’iniziativa che porta un messaggio di pace al mondo intero. Fino ad ora il cinema ha sempre messo in scena l’esodo, il kibbutz e l’Olocausto, ma pochi hanno raccontato il popolo palestinese, chi, come i rifugiati nella chiesa della Natività, lotta per la sopravvivenza”.
Il titolo provvisorio del film, prodotto da Luna Rossa Cinematografica di Mauro Berardi, è Un giorno in Palestina.
Del montaggio si occuperà Mario Monicelli che userà anche materiali d’archivio per ricostruire la storia del conflitto mediorientale e le immagini del documentario Tutti i giorni, girato a gennaio da Roberto Giannarelli e Marco Puccioni in Cisgiordania e nella striscia di Gaza.
Intanto, Maselli fa sapere che sono già in corso contatti con registi e intellettuali palestinesi e israeliani perché collaborino a Un giorno in Palestina e che nei prossimi giorni sarà lanciato un appello ai registi europei.
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