La presentazione di CensiAnimaCorto, primo censimento nazionale sulla cinematografia “sommersa”, partita come una semplice introduzione al progetto, si è presto trasformata in un ricco confronto tra i rappresentanti delle istituzioni presenti all’incontro e un pubblico numeroso di filmmaker e addetti ai lavori. La discussione ha toccato i temi più disparati: dalla pirateria alla distribuzione digitale, passando per le procedure ministeriali per la richiesta della nazionalità, il finanziamento dei festival e la formazione delle figure professionali dell’audiovisivo.
Il cinema “sommerso”, dunque, non riguarda solo cortometraggi, nuovi linguaggi e nuovi formati, ma anche modalità di fruizione e circolazione delle opere, dalla distribuzione su Internet, al cellulare al rilancio delle piccole sale.
CensiAnimaCorto, realizzato da Cinemonitor – Osservatorio Cinema dell’Università La Sapienza di Roma con la collaborazione di Radio Sapienza, del Mibac –Direzione Generale Cinema, dell’Assessorato Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio e della RomaLazio Film Commission, intende analizzare a fondo questo mondo, con un programma chirurgico che comprende, oltre a un contatto diretto con gli interlocutori (portali, scuole, corsi con dicitura “cinema”, rassegne, festival, film commission etc), la pubblicazione online di una form che può essere compilata direttamente dai registi, con domande relative al formato, al genere, a eventuali finanziamenti ricevuti dal loro film, nonché a età e provenienza geografica dell’autore e all’eventuale uso di un cast tecnico.
Tutto ciò, con l’intenzione di far emergere questa realtà sconosciuta ai più e con la coscienza, come spiega il direttore di Cinemonitor Roberto Faenza, “che il cinema del prossimo futuro sarà sempre meno esclusiva della sola sala e sempre più appannaggio di altri veicoli di trasmissione.”
Presenti in sala anche Giulia Rodano, assessore alla Cultura, Spettacolo, Sport Regione Lazio, Mario Morcellini, preside di Scienze della Comunicazione presso l’Università La Sapienza di Roma, Gaetano Blandini, direttore generale Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Francesco Gesualdi, segretario generale della Regione Lazio e presidente della Fondazione Lazio per lo Sviluppo dell’Audiovisivo.
Chiamato a commentare, Blandini sottolinea l’utilità di questo tipo di ricerca per tutte le istituzioni che si occupano di audiovisivo: “Il problema non è solo finanziare i cortometraggi, ma aiutare questi ragazzi a capire come far fruttare i loro prodotti. Molte di queste opere sono totalmente ‘apolidi’, non hanno cioè nazionalità, il che preclude loro molte possibilità. Gli autori e i produttori non la richiedono perché trovano le procedure ministeriali complicate, ma ricordo che il costo, se non si fa richiesta per il contributo statale, è zero.”
E se da un lato emerge la necessità di semplificare queste procedure, magari introducendo una diversificazione tra chi fa il cinema industriale e chi quello “artigianale”, dall’altro Blandini sottolinea l’importanza di educare i giovani al rispetto di certe regole – la nazionalità, ma anche i diritti di utilizzo di colonne sonore e materiali d’archivio – che poi li aiuteranno nel far circolare i loro lavori.
Altro problema: la formazione. Sorgono miriadi di accademie e scuole di cinema nel nostro paese, ma chi ne attesta le credenziali?
“Un’iniziativa come questo censimento – dice Blandini – può tornare utile anche per questo, così come a raccogliere le informazioni sull’enorme quantità di festival e rassegne che esistono, almeno sulla carta, nel nostro paese. Resto di sasso quando scopro che ne esistono più di 825, la dg cinema ne ha finanziati 150 e parevano anche troppi.
Se c’è la qualità, ben vengano. Tutti gli strumenti che permettono di capire in che mani vanno i soldi dello Stato sono fondamentali”.
Al termine dell’incontro, Faenza annuncia che il 22 gennaio si terrà un convegno internazionale in videoconferenza, presso la Regione Lazio, durante il quale saranno annunciati i primi dati raccolti dal censimento. E invita tutti a mettersi in contatto con Cinemonitor, raccontando la propria esperienza e compilando la form su www.cinemonitor.it
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