Pochi registi riescono a essere divisivi come M. Night Shyamalan. Ogni volta che un suo film esce in sala, estimatori e detrattori del suo peculiare stile iniziano a dibattere. Con l’arrivo nelle sale da oggi 7 agosto di Trap, il suo ultimo thriller, si conferma questa tendenza. Come al solito, l’idea è accattivante: un uomo porta la figlia al concerto della sua pop star preferita, presto però scopre che l’evento è in realtà una trappola per catturare un pericoloso serial killer. Qui arriva il consueto colpo di scena, già rivelato dai primi trailer: il temibile criminale che tutti stanno cercando è lo stesso protagonista. Lo spettatore è chiamato, dunque, a immedesimarsi in uno psicopatico e nella sua lotta per la sopravvivenza. L’acclamato regista è riuscito a tenere i fili di un thriller psicologico così ambizioso?
Come si può evincere dall’aggregatore di recensioni di “Rotten Tomatoes”, che gli assegna un non lusinghiero 54% di voti della critica e di 65% del pubblico, l’impresa sembra essere riuscita a metà: da una parte, un Josh Hartnett che regala “l’interpretazione della vita” nel ruolo del protagonista e, dall’altra, una trama piena di buchi e incoerenze che richiede spesso un’eccessiva sospensione dell’incredulità. Ecco alcune delle valutazioni della critica specializzata italiana internazionale. (C.DA)
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