“Una via di mezzo tra Casablanca e Rambo 3“. Così il regista Thomas Cailley racconta all’adnkronos il suo film d’esordio Les Combattants, con Adele Haenel e Kevin Azais. La pellicola, rivelazione allo scorso Festival di Cannes e vincitrice di tre César, arriva a Roma in occasione del Festival del cinema francese ‘Rendez-vous’, accompagnata dal regista.
Un film che racconta l’amore tra Arnaud e Madeleine con un linguaggio estremamente moderno e divertente. Ma anche molto ‘atletico’. “Per ottenere questo risultato – racconta Cailley – ho avuto bisogno di un lungo ‘addomesticamento’ con gli attori, iniziato prima delle riprese. Abbiamo cercato di lavorare in modo molto ‘fisico’, Adele e Kevin hanno fatto sport, si sono interessati all’argomento. E poi abbiamo cercato il più possibile di girare non in ordine sparso, ma seguendo la cronologia della storia, in modo da fare entrare gli attori nei personaggi e nello sviluppo della storia stessa”.
Nel miscugio di generi che caratterizzano il film, quello che domina è la commedia, tipicamente francese, “ma anche molto italiana – afferma il regista – Ricordo Amici miei di Mario Monicelli, il cui umorismo è molto vicino a quello del mio film. La commedia consente di affrontare problemi gravi con leggerezza e una cosa che a me piace molto è combinare le questioni esistenziali con le caratteristiche triviali dei personaggi: la collisione tra questi elementi crea questo genere”.
ailley però non vede nel cinema italiano di oggi un erede di Mario Monicelli: “Non so se ci sia qualcuno vicino a lui. Dei registi italiani di oggi mi piacciono Marco Bellocchio, Marco Tullio Giordana, tutti però lontani dalla commedia, un genere sul cui futuro serve una profonda riflessione. La vera domanda è: come è possibile ridere senza stupidità? La stupidità è una cosa che non mi piace e che purtroppo è presente in buona parte del cinema italiano di quello francese di oggi”.
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