CANNES – Con due soli film mancanti all’appello – The Seed of the Sacred Fig di Mohammad Rasoulof e La plus précieuse des marchandises di Michel Hazanavicius – il TotoPalma di questo 77° Festival di Cannes è più che mai complesso, anche per la presenza di film che rappresentano aree critiche del pianeta. Sia Mohammad Rasoulof, costretto a scegliere l’esilio dall’Iran, sia il cineasta russo dissidente Kirill Serebrennikov autore di Limonov hanno le carte in regola.
Ma non è detto che siano considerazioni valide per la giuria presieduta da Greta Gerwig, che potrebbe invece puntare a una scelta estetica. In questo senso Emilia Perez di Jacques Audiard, appena acquistato da Lucky Red per la distribuzione italiana, è uno dei favoriti, magari per la protagonista, l’attrice transgender Karla Sofía Gascón, come pure The Substance di Coralie Fargeat (il più votato dai critici internazionali), versione femminista del Ritratto di Dorian Gray, con una coraggiosa Demi Moore. Tra le attrici qualcuno cita anche Chiara Mastroianni, per Marcello mio di Christophe Honoré, omaggio al grande Marcello.
A proposito di Megalopolis di Francis Ford Coppola, c’è chi dice che l’85enne maestro americano, che ha accettato di misurarsi con la competizione, non potrà tornare a casa senza un premio per questo film testamento, colossale e autofinanziato, sperimentale e filosofico.
Caught by the Tides di Jia Zhang-Ke è viaggio malinconico nella modernizzazione della Cina che nasce da riprese durate ventidue anni, il regista è uno dei maestri assoluti della Cina, grande paese tornato al Festival dopo la pandemia.
Bird di Andrea Arnold, regista britannica tre volte Premio della giuria, ha un sapore alla Ken Loach che potrebbe scaldare gli animi. Parthenope di Paolo Sorrentino, unico italiano in gara, ha diviso i recensori, ma potrebbe avere nel giurato Pierfrancesco Favino un valido paladino. L’opera prima Diamant brut di Agathe Riedinger aspira a un riconoscimento anche per la sua attualità, forse un premio all’esordiente attrice Malou Khebizi.
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