Le sale cinematografiche tornano al 100% della capienza. E il MedFilm Festival, il più longevo festival di cinema della Capitale, il primo in Italia dedicato alle cinematografie del Mediterraneo, ribadisce l’importanza e l’emozione dell’esperienza della visione collettiva. Da venerdì 5 al 14 novembre il Cinema Savoy, il Museo Macro, il Nuovo Cinema Aquila, La Casa delle Letterature e la Biblioteca Europea, ospiteranno il ricco programma di questa XXVII edizione che raccoglie il meglio del cinema del Mediterraneo. Dieci giorni di proiezioni, meeting professionali, masterclass nelle università, incontri con giovani autori e maestri del cinema, che si terranno anche sulla piattaforma MyMovies per portare ancora più lontano la vasta selezione di film.
Il festival, presieduto da Ginella Vocca e diretto da Giulio Casadei, vede quest’anno la partecipazione di 86 film, in rappresentanza di 35 Paesi, per uno straordinario viaggio alla scoperta di una delle aree più affascinanti e culturalmente ricche del mondo. Dalla periferia di Marsiglia alle montagne della Cabilia in Algeria, passando per la costa libanese, le strade di Kandahar, il golfo di Napoli, i vicoli di Casablanca, le miniere slovene… un caleidoscopio di visioni, immagini, emozioni uniche.
Il Concorso Ufficiale – Premio Amore & Psiche vede la partecipazione di 9 film, in rappresentanza di 8 paesi. Una selezione che rimette al centro la relazione umana, l’incontro con l’altro e i legami che ci uniscono, a partire dal film d’apertura, il vitale Una storia d’amore e di desiderio della talentuosa regista tunisina Leyla Bouzid. Il film, in anteprima italiana e che uscirà in sala grazie a Cineclub Internazionale Distribuzione, mette in scena la storia dell’incontro folgorante tra il timido Ahmed e l’esplosiva Farah. Un’opera seconda sull’amore e le profonde radici culturali che legano il corpo e l’intelletto attraverso la poesia e la letteratura erotica. Il desiderio e la scoperta di sè sono raccontati anche dal libanese Death of Virgin, and the Sin of not Living di George Peter Barbari, film polifonico e introspettivo su quattro ragazzi pronti a perdere la verginità in un bordello, e da Amira dell’egiziano Mohamed Diab, che interroga la nozione di identità e appartenenza attraverso la storia di una diciassettenne palestinese e del suo rapporto con il padre rinchiuso in carcere fin dalla sua nascita. Il passaggio all’età adulta è la materia primaria del travolgente Casablanca Beats di Nabil Ayouch, che segue un gruppo di ragazzi in un centro culturale a Casablanca mentre cercano di affrancarsi dal peso delle tradizioni grazie alla cultura hip hop. Ai legami familiari e al concetto di memoria guardano invece On the Fence di Nesrine El-Zayat, viaggio intimo della regista dal Cairo al piccolo villaggio natale, Tema, nel nord dell’Egitto, Good Mother di Hafsia Herzi, cronaca quotidiana della vita di una cinquantenne di Marsiglia che lavora come donna delle pulizie e lotta per il figlio detenuto in carcere, e Mariner of the Mountains, nuova importante opera del regista brasiliano Karim Aïnouz, che qui propone un diario personale alla scoperta della terra natia del padre, l’Algeria. Un saggio antropologico di grande potenza visiva e una meditazione sulle conseguenze della colonizzazione. Sulla memoria e la sua fallacità si concentra lo sloveno Sanremo di Miroslav Mandic, che racconta di un anziano affetto da Alzheimer, ospite di una casa di riposo, che ogni giorno si innamora di una donna, e ogni sera se ne dimentica. Chiude idealmente il concorso, il grande ritorno del maestro del cinema turco Semih Kaplanoğlu, che in Commitment Hasan mette in scena i dilemmi morali e il senso di responsabilità di un contadino dell’entroterra turco.
Per il Concorso Cortometraggi – Premio Methexis e Premio Cervantes Roma, troviamo 24 film in competizione, provenienti da 19 Paesi dell’area Euro-Mediterranea. Tra i corti in gara, spiccano le anteprime italiane di Trumpets in the Sky di Rakan Mayasi (il regista palestinese dell’acclamato Bonboné), Ankebût di Ceylan Özgün Özçelik (la regista turca del thriller psicologico Inflame, passato al MedFilm 2017), Last Day of Sun di Kays Mejri (ricostruzione della storia vera di Naceur Damergi, il “mostro” di Nabeul), Apallou di Niko Avgoustidi (vincitore del Premio Methexis nel 2016 con Ummi) e gli spagnoli Farrucas di Ian de la Rosa e La caída del vencejo di Gonzalo Quincoces. Da Marocco e Slovenia, i due Paesi Ospiti d’onore, arrivano Le Départ di Saïd Hamich Benlarbi (il produttore di Much Loved di Nabil Ayouch e Volubilis di Faouzi Bensaïdi) e Jmar di Samy Sidali (con le musiche di Bergsonist), Sisters di Katarina Rešek (la filmmaker e video-artista nota come Kukla) e Otava della rivelazione Lana Bregar, regista classe 1998. L’Italia è in gara con Figlio santo di Aliosha Massine: la storia di Maria e Giuseppe ai giorni nostri, con Luca Massaro e Tea Falco.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
In programma una Masterclass di Enzo d’Alò e la proiezione del restauro di Vito e gli altri di Antonio Capuano, realizzato da Cinecittà
Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis