C’è anche il sindaco Piero Fassino alla conferenza stampa del Torino Film Festival (29° edizione dal 25 novembre al 3 dicembre): “Torino, che per cent’anni è stata città fabbrica, ha reinventato la sua identità e oggi è un importante polo universitario e culturale, che attira persino turisti, cosa un tempo impossibile. Per questo è giusto investire in cultura, specialmente in tempi di crisi”. Di questa identità fa certamente parte il festival, diretto per il terzo anno da Gianni Amelio, insieme a Emanuela Martini (al loro fianco anche Davide Oberto e Massimo Causo). “Ho cercato di portare il pubblico della domenica nelle nostre sale. Abbiamo, come Berlino, un rapporto forte con la città, pur senza avere il red carpet e le folle a caccia di divi, ma anzi molti spettatori che vorrebbero fare cinema”, sintetizza il regista. E dunque apertura e chiusura affidata a due “filmoni”, come li chiama lui, Moneyball L’arte di vincere di Bennett Miller con Brad Pitt e Albert Nobb di Rodrigo Garcia con Glenn Close in versione maschile nell’Irlanda di fine ‘800. Mentre la madrina sarà Laura Morante, che ha appena debuttato nella regia (ma la sua opera prima sarà probabilmente a Berlino). I tagli al budget ci sono stati: 2 mln secchi (300mila € in meno), ma nessuno dei finanziatori si è tirato del tutto indietro.
Due i film italiani in concorso: I più grandi di tutti di Carlo Virzì, con Alessandro Roja e Claudia Pandolfi, è una commedia ambientata in un paesino della provincia toscana, dove i membri di una rock band in disarmo viene contattata da un importante critico musicale che vuole intervistarli e riportarli in scena, ma loro ormai vivono di espedienti o lavorano in fabbrica, a tutto pensano tranne che al palcoscenico. Ulidi piccola mia di Mateo Zoni è un esordio anomalo, ambientato in una casa famiglia, a partire da storie vere. La competizione è riservata alle opere prime e seconde, eccezionalmente terze, e propone in tutto sedici film che saranno valutati da una giuria guidata dal regista Usa Jerry Schatzberg, Grand Prix a Cannes nel ’73 con Lo spaventapasseri e composta da Valeria Golino, Shekhar Kapur, Brillante Mendoza e dal produttore Michael Fitzgerald.
Il Gran Premio Torino va quest’anno a Aki Kaurismaki che sarà al Festival col suo film più recente, il delizioso Miracolo a Le Havre, vincitore morale dell’ultima edizione di Cannes e in sala dal 25 novembre con la Bim. Ma sono molti i titoli torinesi che avranno un’uscita nelle sale e infatti Gianni Amelio ha voluto ringraziare proprio i distributori. Citando in ordine sparso: 17 ragazze di Delphine e Muriel Coulin (Teodora) dove un gruppo di liceali decidono di restare incinte tutte insieme; The Descendants (Fox) di Alexander Payne, con George Clooney nei panni del padre di due ragazze che deve affrontare una rivelazione sulla propria moglie rimasta in coma dopo un incidente d’auto; La guerre est declarée (Sacher) di Valérie Donzelli che corre per l’Oscar per la Francia dopo un notevole successo alla Semaine di Cannes, storia d’amore idilliaca che si trasforma dopo la nascita di un figlio affetto da una grave malattia; Mientras duermes di Jaume Balaguerò (Lucky Red) noir da incubo che ha come protagonista l’insoddisfatto e malevolo portiere di un condominio di Barcellona. 50/50 di Jonathan Levine (Eagle) dove un giovane felice scopre di avere un cancro e si sente incapace di reagire alla malattia. Con Anjelica Huston nel ruolo della mamma. Attack the Block di Joe Cornish, popolare comico televisivo e radiofonico britannico che ha riscosso un enorme successo con questa vicenda di una gang di ragazzi londinesi costretti a difendere il quartiere da un’invasione aliena (Filmauro); Win Win (Mosse vincenti) di Thomas McCarthy (L’ospite inatteso), commedia amara sulla possibilità di redenzione con Paul Giamatti. Altri film da tenere d’occhio sono Les bien-aimés di Christophe Honoré con Catherine Deneuve e Chiara Mastroianni, L’illusion comique di Mathieu Amalric (un attore già “promosso” regista con Tournée) che passa dal burlesque alla sacralità del teatro di Corneille ma rivisitato in chiave contemporanea. Da recuperare, per chi non li avesse visti a Cannes, anche Midnight in Paris di Woody Allen e Pater di Alain Cavalier. Documentari di lusso sono George Harrison: Living in a Material World di Martin Scorsese e Into the Abyss di Werner Herzog sulla vicenda di un condannato a morte per omicidio incontrato dal regista tedesco pochi giorni prima dell’esecuzione. Torna il tradizionale Premio Cipputi con Altan presidente della giuria che valuterà i film che parlano del lavoro e della condizione operaia. E torna Figli & Amanti con cinque attori-registi (Kim Rossi Stuart, Antonio Albanese, Sergio Rubini, Ascanio Celestini, Michele Placido) alle prese con altrettanti film per loro “fondativi”. Il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera, infine, andrà all’attore Roberto Herlitzka, con una laudatio che sarà pronunciata dal regista Marco Bellocchio: l’Aldo Moro di Buongiorno notte è anche protagonista del film di Gianluca e Massimiliano De Serio Sette opere di misericordia che sarà riproposto dal Festival. Da non perdere la retrospettiva Robert Altman con la mostra al Museo del Cinema. La diretta del Festival su CinecittàNews, che è internet media partner della manifestazione.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk