VENEZIA – Il corto Nessuno è innocente di Toni D’Angelo, con Salvatore Esposito, apre insieme al film indiano Tumbbad Tumbbad la Settimana Internazionale della Critica alla Mostra del cinema di Venezia. Esposito, noto per il ruolo di Genny Savastano in Gomorra, qui interpreta un ruolo opposto. E’ un professionista della Napoli bene talmente condizionato dai preconcetti mediatici su Scampia da vivere una sua visita in auto al quartiere, per ottenere un appalto, come un viaggio nell’incubo. Inizialmente una commedia paradossale alla Benvenuti al Sud, il film sfocia presto in tragedia, rivelando la pericolosità di questo modo di pensare. Per Esposito che è nato a Mugnano di Napoli, paese limitrofo al quartiere partenopeo, “il legame con Scampia è viscerale, ci vivono persone che conosco fin dall’infanzia e ho fatto amicizia con molte altre che ci hanno ospitato durante le riprese di Gomorra“. Negli ultimi dieci anni “la situazione nel quartiere è nettamente migliorata, grazie al lavoro delle forze dell’Ordine, di chi opera sul territorio e delle Associazioni”. L’attore è impegnato attualmente nelle riprese della quarta stagione della nota serie tv.
“E’ tanto che volevamo fare qualcosa insieme – spiega invece il regista Toni D’Angelo – ci scrivevamo da tempo e questo corto cascava a pennello. Con questo ruolo si è preso anche una responsabilità, quella di spiegare come stanno le cose. Io anche che sono cresciuto in quei luoghi so che a Scampia ci sono brave persone, che mi hanno aiutato e formato. Ho realizzato questo corto anche per una questione di giustizia. Il cinema resta la più grande forma d’intrattenimento. Non penso che possa salvare un popolo, però può aiutare alcune persone a trovare la loro strada. Lo vedo regolarmente, tenendo vari seminari, molti ragazzi grazie alla settima arte hanno cambiato vita. Naturalmente, a volerlo devono essere loro. Tra l’altro, e questo emerge anche dalla nostra storia, il vero razzismo è spesso interno alla città. C’è chi non prende la metro al Vomero per non incontrarsi con la gente di Scampia”. D’Angelo è attualmente impegnato sulle riprese del suo prossimo film, sequel di Milano Calibro 9 di Fernando Di Leo. “Non avrei mai fatto un remake – dice – non si può rifare un classico del genere. Mi piacerebbe anche coinvolgere qualcuno dei protagonisti dell’originale. Vedremo. Si intitolerà solo Calibro 9 e dovremmo andare sul set a inizio dell’anno prossimo. Racconto una criminalità 2.0, che ora agisce sul web ed è diventata ancora più estesa”.
Il programma della SIC nasce dalla sinergia fra il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) e Istituto Luce-Cinecittà, ed è una delle iniziative a supporto del nuovo cinema italiano e per la promozione dei giovani autori. Alla presentazione al Lido ha partecipato anche il presidente di Istituto Luce Cinecittà, Roberto Cicutto, sottolineando come si tratti di un’occasione ideale per coinvolgere nuovi registi e presentarli in uno spazio importante come la Mostra, e augurandosi che questo laboratorio di talenti che vede riuniti Settimana della Critica e Luce prosegua ancora molto a lungo.
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