“La scelta del titolo è venuta per caso. Ricordavo la canzone dei Righeira, una hit del 1985, e mi sembrava perfetta a inquadrare una storia che ha a che fare con il passaggio da una stagione all’altra, dalla spensieratezza alla malinconia. L’estate che sta finendo non è solo quella del calendario ma anche quella anagrafica, per tutti loro”, chiarisce il regista Stefano Tummolini, alla sua opera seconda dopo Un altro pianeta.
L’estate sta finendo, presentato alla 49ma Mostra di Pesaro (leggi anche l’intervista) e prodotto da FilmKairòs in associazione con l’editore Elido Fazi, uscirà il 10 luglio distribuito da Istituto Luce Cinecittà nel circuito The Space. Cast di giovani interpreti – Andrea Miglio Risi, Marco Rossetti, Giuseppe Tantillo, Nina Torresi, Nathalie Rapti Gomez, Ilaria Giachi, Fabio Ghidoni e Stefano Fardelli – a cui si aggiungono i veterani Lucia Mascino, Antonio Merone, e Antonello Fassari in un ruolo inquietante e noir.
“L’opera non nasce dalla cronaca ma dal cinema. Si tratta di un soggetto – spiega Tummolini – che avevo nel cassetto, ispirato a Nodo alla gola, e che faceva parte di un progetto di film tv dedicati a Hitchcock. L’ambientazione balnearia è immaginaria, con riferimenti non troppo precisi al luogo”.
L’estate volge al termine, sette ragazzi alle soglie della laurea partono per trascorrere il fine settimana in una villa sul mare. Al gruppo si unisce un giovane goffo e impacciato, cugino del proprietario della casa e profondamente diverso che viene percepito da tutti come un peso. La tensione culmina in un incidente e la vacanza si trasforma in un incubo dove rimozione e indifferenza la fanno da padroni.
Al centro della storia una generazione ossessionata dall’ego, dal soddisfare comunque i propri desideri ed essere realizzata. “Questo atteggiamento porta in secondo piano qualsiasi assunzione di responsabilità. Non si ha la consapevolezza che la nostra felicità dipende da come stiamo insieme agli altri”, dice il regista. In contemporanea con l’arrivo in sala esce il libro, sempre a firma di Tummolini, “Un’estate fa”, sequel del film, nonché racconto a più voci del giorno dopo la sparizione del giovane cugino. Interrogati dalla polizia i ragazzi riportano ciascuno la propria versione dei fatti, ma deposizione dopo deposizione la verità costruita a tavolino frana, mettendo a nudo la freddezza e il disincanto delle nuove generazioni.
“Scrivendo la sceneggiatura ero convinto che i ragazzi l’avrebbero pagata in qualche modo, la vicenda che li vede coinvolti avrebbe pesato sulle loro vite. Nel romanzo si va oltre”, dice l’autore. “A film terminato, è stata un’idea dell’editore Elido Fazi di portare la storia finita del film nel racconto a posteriori dei vari protagonisti. Fazi ha tra l’altro finanziato in parte la produzione del film, beneficiando della legge del tax credit sugli investitori esterni – spiega il produttore Francesco Pamphili – che consente alle aziende che non fanno cinema di godere di una vantaggio fiscale del 40%”. Il romanzo si rifà a una sorta di genere letterario nella letteratura inglese il cui massimo esponente è Wilkie Collins, autore di “La donna in bianco”, che, precisa Fazi, ha utilizzato la testimonianza multipla per raccontare una storia gialla.
Per L’estate sta finendo è stata inoltre promossa una campagna virale: lo slogan recita ‘innocente o colpevole?’ sopra il ritratto di ogni singolo personaggio giovane. “Un’idea per seminare curiosità rispetto al film: abbiamo realizzato queste cartoline che girano su internet con un quesito che sottolinea l’ambiguità dei personaggi che, per quanto colpevoli, non sembrano così lontani dallo spettatore”, conclude il regista.
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