TINA MERLIN


Il film di Renzo Martinelli – come prima il racconto di Marco Paolini – prende le mosse da un libro, Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso del Vajont scritto da Tina Merlin nel 1983 (e successivamente ristampato).Sulla pelle viva
Il libro è una cronistoria accurata e avvincente che l’autrice definì come un debito nei confronti di coloro che avevano perso tutto, e un dovere, perché i giovani non dimentichino il Vajont.

Tina era la corrispondente dell’Unità da Belluno. Era nata a Trichiana nel 1926 e giovanissima aveva partecipato alla Resistenza sulle sue montagne. Come cronista seguì l’intera vicenda dal Vajont, prima e dopo la catastrofe. Ma non ebbe credito ai suoi tempi. Vediamo perché.
“Nei confronti di Tina”, scrive Pansa nella prefazione al libro, “funzionava in quell’ottobre del ’63 un triplice black out: maschilista, di rango professionale e di avversione politica. Ma tra i fantasmi di quelle case, nell’orrore lunare, nel deserto di Longarone esisteva un solo giornalista accettato, e anche amato: era Tina”.

Gli articoli che scrisse in difesa dei montanari espropriati per poche lire e le accuse alla Sade di mettere in pericolo la vita della gente le costarono anche un processo per “diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico”. Fu assolta. Ma nessuno mosse un dito. La connivenza dei poteri e l’euforia dell’Italia in pieno boom ebbero il sopravvento.

Nel film Laura Morante interpreta Tina Merlin ed è il controcanto lucido e inascoltato di un dramma annunciato che in pochi minuti, il 9 ottobre del 1963 sterminò 2000 persone. “Ho conosciuto Tina grazie alla sceneggiatura di Vajont“, racconta la splendida attrice della Stanza del figlio. “E ho avuto l’immediata sensazione di avere di fronte una persona straordinaria, coraggiosa e rigorosa, una donna che suscita rispetto e grande ammirazione. Dopo ho letto anche la sua biografia La casa sulla Marteniga, pubblicata postuma nel ‘93″.
“Sono impressionato di quanto Laura somigli a mia madre”, rivela Toni Sirena, il figlio di Tina. “Ho ritrovato in lei lo stesso sguardo fiero e forte, aggressivo e tenero”.

Nel film, accanto a lei, c’è Luca Zanfron, figlio di Bepi cioè del fotografo di Tina nei lunghi anni prima e dopo la tragedia. E anche Bepi è ospite abituale delle riprese, come molti sopravvissuti, da Mauro Corona ai sindaci.

autore
03 Ottobre 2001

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