Tim Burton: “Ho sempre voluto realizzare un horror in italiano, con ‘Beetlejuice Beetlejuice’ è come se l’avessi fatto”

Il regista si dichiara fan di Mario Bava, come anche di Dario Argento. Nel film, dal 5 settembre in sala, Michael Keaton, Winona Ryder, Monica Bellucci e Jenna Ortega


VENEZIA – 36 anni dopo… Beetlejuice – Spiritello Porcello, il suo sequel: Beetlejuice Beetlejuice, per cui siamo aldiquà, a Winter River, e aldilà

Tim Burton – dai personaggi creati da Michael Mcdowell, Larry Wilson, una storia di Alfred Gough, Miles Millar, Seth Grahame-Smith – torna a un mondo che gli appartiene, fantasioso, spirituale, realistico, e lo fa con personaggi per cui il tempo è trascorso ma, al contempo, restano eterni, come Beetlejuice (Michael Keaton) e Lydia Deetz (Winona Ryder), adesso accanto a altre creature che fanno capolino in questo universo tra penombra simbolica, humor nero  e commedia: ecco dunque Astrid (Jenna Ortega), figlia del volto della trasmissione tv “Ghost House”, una adepta di “stronzate soprannaturali”; Delores (Monica Bellucci), femme fatale e noir sulle tracce di Beetlejuice, una “succhia anime” per l’immortalità; o Wolf (Willem Dafoe), capo dell’Unità Anticrimine dell’Aldilà. Con loro, nel cast, anche la nonna artista performativa Catherine O’Hara e Justin Theroux.

Tutto succede nell’imminenza della notte di Halloween, tra un funerale, un matrimonio o meglio due, la formula “magica” Beetlejuice Beetlejuice Beetlejuice da evitare di ripetere proprio tre volte di seguito, oppure da fare come estremo rimedio a certe maldestre circostanze, un treno delle anime, un Verme delle Sabbie, sequenze da musical, il bianco&nero e Mario Bava, perché, sì, questo nostro maestro dell’Horror viene espressamente celebrato da Tim Burton in prima persona, quando, a Venezia81, dove presenta il film d’apertura della Mostra 2024, dichiara: “ho sempre voluto realizzare un horror in italiano, con questo film è come se l’avessi fatto: sono fan di Mario Bava e Dario Argento. Non sono un regista italiano di horror, ma mi piacerebbe esserlo”.

Burton spiega di aver realizzato Beetlejuice Beetlejuice per “motivi davvero personali, non è un sequel fatto per denaro. È un film molto personale, un film emotivo su una famiglia veramente strana. Negli ultimi anni sono rimasto un po’ deluso dall’industria cinematografica, e in generale, e mi sono reso conto che se avessi voluto fare qualcosa sarebbe dovuto venire dal cuore: forse mi ero un pochino perso anche io e questo è stato un film energizzante, io devo adorare far le cose per farle bene, e adesso mi sono ritrovato”, come anche nella scelta artistica di non ricorrere alla GCI perché anche questo appartiene allo “spirito del film, fa parte del dna del progetto: gli attori vedevano realmente cosa stesse succedendo, senza doverlo immaginare. Il film è stato girato con lo spirito del primo, seppur ci sembrasse sì qualcosa di diverso, con ulteriori emozioni in campo, lavorando con tanta improvvisazione. Jenna – mutuata dalla serie Mercoledì – fa sì che sembri un nuovo film perché visto dai suoi occhi: è un punto di raccordo. Con gli altri attori al debutto nel film non avevo mai lavorato invece, ma conoscevo il loro lavoro: hanno regalato le loro idee per un’energia artistica non sempre facile da ottenere”.

E, tra loro, Monica Bellucci, per cui “è stato un onore far parte del mondo di Tim, un artista in grado di creare situazioni fantastiche, spaventose, divertenti, tutte al contempo. La sua creatività è un’ispirazione sul set e questo mi ha aiutata a creare questa creatura, Delores: adoro la sua dualità, è cattiva ma affascina. Lei è una metafora della vita: tutti abbiamo una cicatrice emotiva. Il mestiere di un’attrice è sempre un processo misterioso, così succede anche a me: quando Tim mi ha parlato del personaggio mi ha mostrato quello a cui pensava, per cui c’era lei che si ricompone, così mi sono mossa quasi come un mimo. Tim mi ha mostrato anche moltissimi film horror italiani: con lui ho scoperto Mario Bava. Poi, questo film parla anche di donne, ci sono tre generazioni, si amano e si supportano: un grande impatto anche per le donne nella società”.

Una sensibilità umana, quella del Tim Burton regista, che arriva anche da Jenna Ortega: “Mi fido di Tim” è la sua affermazione immediata. “Sapendo che sarei stata parte di un cast di grande talento ho cercato di stare un po’ in disparte; di Astrid ci si immagina sia come la madre, così ho osservato il personaggio di Winona per creare un mio personaggio, determinato. Lydia ha una stranezza, mentre Astrid ha consapevolezza del mondo”.

Per Ryder, che torna nei panni della Deetz, già il film dell’88 “era un’esperienza, e tornare in quel mondo è stato un sogno: la mia fiducia in Tim ha permesso giocosità nel lavoro, sperimentando insieme. Lui dà sicurezza e al contempo fa sentire liberi”.

Il tempo, si sa, è trascorso, e Catherine O’Hara non cerca di schivarlo e ammette, anche con ironia: “non posso negare l’invecchiamento, va accettato! Col film abbiamo sposato di essere in una nuova fase: c’è preoccupazione per Lydia, ma questo ci dà la direzione in cui andare, un battito che ci dà forza, col fascino di Keaton, non invecchiato nemmeno di un secondo!”.

Ed ecco lui, Beetlejuice, al secolo Michael Keaton per cui Beetlejuice Beetlejuice “è un’opera unica: questa è la definizione accurata per il film. È al 100% originale e unico. Per quanto fosse già suadente il mio personaggio, adesso ancor di più: ha una certa vulnerabilità aggiuntiva, grazie a Delores: non ho paura del passato, di niente, se non della mia ex moglie!”.

Il film di Tim Burton esce in sala dal 5 settembre 2024.

 

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28 Agosto 2024

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