Arriva in sala Thor – The Dark World, atteso secondo capitolo delle avventure del dio del tuono dei fumetti Marvel. Rispetto all’episodio precedente, e al crossover The Avengers dove il biondo vichingo interpretato da Chris Hemsworth incontrava i suoi colleghi supereroi (Iron Man, Hulk e Capitan America), questa volta i toni si fanno più dark, epici e avventurosi, limitando i siparietti umoristici che fanno storcere il naso ai lettori del fumetto. Thor se la vede con Malekith, Signore degli Elfi Oscuri che vuole conquistare Asgard e distruggere la terra (in che ordine, non è importante), mentre il suo antico nemico, il fratellastro Loki, stavolta sembra disposto a dare una mano schierandosi dalla parte del bene.
Il personaggio di Loki non era previsto in sceneggiatura, e si vede, ma l’affetto dei fan – e soprattutto, delle fan – nei confronti dell’interprete Tom Hiddleston ha convinto la produzione a reinserirlo. Con una scenografia sontuosa che ricorda a tratti il Flash Gordon degli anni ’80 (quello kitsch, ma adorabile, con Mariangela Melato), e qualche elemento sci-fi di troppo per una storia che dovrebbe svolgersi in un reame collocato ‘prima del tempo’, Thor – The Dark World, senza eccellere in nessun aspetto particolare, mette d’accordo un po’ tutti, neofiti e appassionati storici del personaggio, nonostante una sceneggiatura non sempre lineare e con parecchi punti oscuri.
Il timone della regia passa dal blasonato Kenneth Branagh – un po’ un pesce fuor d’acqua, alla guida di un cinefumetto – ad Alan Taylor, esperto di fantasy grazie alla sua esperienza con il super-successo televisivo Il trono di spade. Tornano nel cast anche i comprimari Anthony Hopkins (un Odino dubbioso sulla sua medesima natura di ‘padre degli dèi’), Natalie Portman (la donna dell’eroe, perennemente sedotta e perennemente abbandonata) e Stellan Skarsgard, sempre più lontano dal ruolo di mentore e sempre più vicino a quello di spalla comica. Una particolarità: le scene terrestri, ad alto tasso di spettacolarità, non si svolgono negli Usa, come spesso accade nei grandi blockbuster, ma a Londra. Un elemento di originalità che aggiunge fascino visivo alla pellicola.
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