Ospite d’eccezione per Amedeo Pagani, protagonista dei quotidiani incontri sul nuovi produttori italiani organizzati da Italia Cinema alla Mostra: Theo Angelopoulos è venuto appositamente da Atene per annunciare il suo nuovo film le cui riprese sono ormai imminenti. “Si chiamerà Trilogia – ha raccontato – e per l’Italia sarà prodotto, come in altre tre occasioni, dal mio amico Pagani. Per scaramanzia non mi piace parlare dei progetti in anticipo. Dirò allora che saranno tre film, uno l’anno, ma che in realtà si tratta della stessa storia: un viaggio nel ventesimo secolo, fino ad oggi, attraverso l’incontro di due persone che all’inizio sono giovanissime. Per farlo mi sono adeguato allo schema delle tre pellicole separate, ma continuo a sognare un cinema dove non faccia differenza dirigere un film di dieci minuti e uno di sette ore. E’ un fatto di libertà così come quello di fare film costosi o meno. Mi è capitato spesso di avere offerte di grandi produttori. Uno mi disse addirittura: “Ho dato due ore a Oshima, a lei offro dieci minuti di più. Rifiutai e diressi Alessandro il Grande come volevo io. Non so se lui ci abbia perso, io certamente ho guadagnato un altro frammento della mia libertà”.
“Una volta ho detto a Wenders in partenza per Hollywood – ha raccontato ancora il grande regista di La recita – che quando un film costa più di un certo numero di miliardi, secondo me sfugge quasi certamente al controllo del suo regista. I soldi che gli vengono affidati divengono un vero e proprio prestito e il denaro richiede di essere restituito, e anche con gli interessi. Nel mio caso io ho sempre voluto fare il mio gioco e farlo con quelli che accettavano le mie regole. Come diceva Borges, ‘quando scrivo lo faccio per me stesso, per i miei amici, per quelli che mi vogliono leggere, fossero anche milioni e solo così addolcisco il senso della vita”.
Durante un lungo incontro, fitto di domande e di curiosità, Theo Angelopoulos ha raccontato la sua grande amicizia professionale con Amedeo Pagani “una storia d’amore – l’ha definita – che è solida come quella delle coppie fedeli, compresa qualche piccola e legittima infedeltà”. Pagani ha ricordato il suo primo incontro col regista greco, grazie alla comune amicizia con Tonino Guerra. “Da quella volta – ha raccontato – ogni volta che Theo mi telefona da Atene e dice ‘sento che si sta bagnando l’aria’ so che dal fax usciranno le prime pagine del prossimo film e che l’avventura ricomincia”.
Tra gli altri ospiti dell’incontro con “Il gioco del cinema” che vede sfilare nello spazio di Italia Cinema tutti i produttori italiani presenti alla Mostra con i loro film e le loro coproduzioni, c’era Gianluca Arcopinto di Pablo che con Pagani ha realizzato sia Figli di Marco Bechis che Tornando a casa di Vincenzo Marra nonché i giovani registi Luca Miniero e Paolo Genovese che grazie a Pagani, Arcopinto e Andrea Occhipinti porteranno sugli schermi, il primo gennaio, la tragicommedia partenopea Incantesimo napoletano le cui prime immagini sono state applaudite in modo trascinante dal foltissimo pubblico venuto per incontrare Angelopoulos.
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