The Lodge, lo chalet delle inquietudini di Veronika Franz e Severin Fiala, la coppia di registi austriaci alla loro terza opera a quattro mani (la prima Kern, documentario): questo film nasce dopo il premiato Goodnight Mommy (2014) , spyco-horror appena precedente.
Come nel film antecedente, Franz e Fiala anche per The Lodge scelgono la giovanissima età per far transitare la loro storia orrorifica: sei anni fa era una coppia di gemelli, in The Lodge sono un adolescente, Aiden (Jeaden Martell), e la sua sorellina poco più piccola, Mia (Lia McHugh), a condividere con Grace (Riley Keough), la giovane compagna del papà, il romantico chalet isolato in un’innevatissima landa montana, nel periodo natalizio appena successivo la drammatica morte della loro mamma, né lasciata intendere, né proposta in maniera edulcorata, ma esplicitamente violenta.
Il lodge è la “prigione” della storia, e una declinazione dell’horror risiede anche nell’inquietante “casa di bambole” che perfettamente riproduce quello chalet, e che i due fratelli hanno nella loro stanzetta in città, da cui in fondo Mia non si stacca mai del tutto, portando sempre con sé una delle bambole che “la abitano”.
La famiglia allargata, con il manifesto fastidio dei due figli verso Grace, trascorre il periodo delle feste nel lodge cuore della vicenda, da cui il papà, Richard (Richard Armitage), si allontana qualche giorno per questioni di lavoro: non manca il suo rientro verso il finale, più truce che felice, dopo giorni e ore in cui il trio, composto da Aiden e Mia con Grace, trascorre giornate e nottate in balìa di angoscianti fenomeni, anche parareligiosi, che non sempre si coglie se siano frutto di distorsione mentale o reali accadimenti, casuali o indotti da qualcuno degli abitanti della casa.
Indubbiamente l’ambientazione candida, nevosa ed isolata, conferisce contrasto e maggior profilo conturbante all’atmosfera della storia, e la regia dona alcune scelte visive di suggestiva estetica, tra cui si fanno ricordare l’avvicinamento di macchina, calcato dal sonoro d’effetto, verso la compressa effervescente che Richard scioglie nell’acqua durante l’incontro con la mamma dei figli; la salita al cielo dei palloncini neri durante il funerale della donna; l’abbraccio dietro al vetro opaco tra l’uomo e la giovane compagna, sotto gli occhi furtivi della piccola figlia.
L’horror ha una buona costruzione e riesce a creare qualche valido momento di attesa: forse, cumulativamente c’è un po’ di eccesso di strati di complessità narrativa che possono alla lunga rendere il racconto, più che tensivo, macchinoso.
The Lodge esce al cinema dal 16 gennaio con Eagle Pictures.
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