The Golden Era: la bellezza del pipistrello

Lunga tre ore, la pellicola è ambientata nella Cina degli anni ’30 dello scorso secolo. Viene raccontata la vita tormentata di una delle scrittrici più radicali e controverse della letteratura cinese


VENEZIA – In attesa della consegna del Leone, la 71esima Mostra cala il sipario con la proiezione del film di chiusura diretto dalla cinese Ann Hui, ovvero Huangjin Shidai – The Golden Era. Lunga tre ore, la pellicola è ambientata nella Cina degli anni ’30 dello scorso secolo. Viene raccontata la vita tormentata di una delle scrittrici più radicali e controverse della letteratura cinese, Xiao Hong, interpretata dall’affascinante Wei Tango, che dichiara in conferenza: “fondamentalmente interpreto la storia di un risveglio culturale, che avviene in Xiao grazie al bisnonno. Lei non accettava gli insegnamenti conservatori e la gabbia del matrimonio. E la letteratura diventa la sua strada”.

Lo sposo inizialmente la segue, per poi abbandonarla con un figlio. A ventuno anni Xiao Hong finisce in un bordello, ma viene salvata da un editore locale che la incoraggia a scrivere. Muore molto giovane nel 1942, dopo aver scritto opere importanti, a soli trentuno anni. Un progetto nato nel 2006 su proposta dello sceneggiatore Li Qiang. La regista ha sposato in pieno questo desiderio: ”la storia della vita di Xiao Hong mi affascina da quando ho scoperto i suoi romanzi negli anni settanta. La sua fu l’esistenza dell’“artista romantica” per eccellenza: la sua vita adulta trascorse vagando da una città all’altra, le sue tragiche storie d’amore la fecero soffrire, il suo talento fu prodigioso e la sua morte precoce causata dalla tubercolosi. Ma non avevo idea di come trasporre questa biografia in un film. Il suo metodo “decostruttivo” ci trasmette la sensazione della fragilità della vita umana di fronte allo scorrere inesorabile del tempo, così come quella del confronto fra un genio e il suo destino ineluttabile. So bene quanto sia rischioso questo approccio. Non potrò essere certa del suo funzionamento o dei suoi effetti finché il pubblico non vedrà il film. Ma forse proprio per questo ho scelto di realizzarlo”.

 “Abbiamo studiato molto – dichiara Qiang – soprattutto per riempire i momenti di “buco” nella vita conosciuta della scrittrice. La verità assoluta comunque non esiste, si intrecciano istanze storiche, personali, carnali. La verità è sempre diversa quando la vede qualcun altro. E se è vero che una visione soggettiva aiuta a distinguere il bene dal male è anche vero che può allontanarti dalla verità. Credo che il significato ultimo sia la tensione tra le imposizioni del sistema politico e la ricerca della vera anima dello scrittore. Temevamo che il pubblico occidentale potesse non capirlo, ma a quanto pare è invece un tema universale. Nel film ci sono tutti gli scrittori più importanti della sinistra di allora, ma Xiao Hong è stata ‘trascinata’ nel calderone. Lei era solo una indipendente che cercava di seguire la sua anima, il suo daimon. E’ come un pipistrello, non è proprio un mammifero e non è proprio un uccello, anche se ha le ali per volare”.

La regista Ann Hui è inoltre presidente di giuria della sezione Orizzonti, e così ha definito i film in gara, a poche ore dal verdetto finale: “un mix tra opere di grandi maestri e giovani registi e la cosa che mi ha colpito è che a volte il film di un giovane supera quello di un regista affermato, il che mi tocca particolarmente vistala mia età”. 

06 Settembre 2014

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