Il prestigioso settimanale britannico The Economist dedica un ampio servizio (leggi qui) alla svolta di Cinecittà a partire dalla gloriosa storia della Hollywood sul Tevere, fino ad arrivare a Cinecittà si mostra e al Miac con i circa 100mila visitatori che ogni anno visitano gli studi che furono la casa di Federico Fellini.
Il cuore dell’articolo, intitolato Can Cinecittà become Europe’s premier film hub?, è l’intervista all’ad Nicola Maccanico sulle prospettive future con una nuova età dell’oro alle porte. “Fino a poco tempo fa – spiega Maccanico – questo era un luogo dove si veniva a fare esperienza della storia del cinema. Oppure a girare un film”. Registi italiani o italoamericani come Martin Scorsese per Gangs of New York e Anthony Minghella per The English Patient hanno trovato negli studios di Via Tuscolana una location ideale.
Ora il Recovery Fund sta cambiando lo scenario con 260 mln del PNRR destinati proprio all’espansione di Cinecittà. “La produzione di serie, film e documentari vedrà una crescita considerevole”, ha affermato il ministro della Cultura Dario Franceschini. Il piano, com’è noto, prevede l’ampliamento dei teatri di posa – fino a 24 strutture – con una nuova area di 31 ettari. Si tratta di una crescita di oltre due terzi, cui si aggiunge l’implementazione di tecnologie come il led screen gigante più efficace del tradizionale green screen.
Cinecittà – nota l’articolista John Hooper – sta lavorando a pieno regime, i teatri sono tutti prenotati. Secondo Maccanico: “Roma ha un grande potere di attrazione per i filmmaker e anche in una situazione di forte concorrenza, siamo competitivi grazie al generoso tax credit, che copre il 40% delle spese sostenute in Italia e che può arrivare al 75% dei costi di produzione totali fino a un massimo di 20 mln € l’anno. Inoltre Cinecittà mette a disposizione tecnici e maestranze di grande esperienza. Per tacere della bellezza della città”.
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