Epico. Distopico. Atemporale. Tenet diretto da Christopher Nolan mette sontuosamente in scena, e in discussione, – e sovverte – la labilità del tempo, la sua decadenza e l’antico destino di classica derivazione, il fato.
Non intraprende un cammino attraverso il tempo, un più tradizionale “viaggio nel tempo”, ma ne immagina e mostra la sua capacità di inversione, in termini temporali, mimici, fattuali: Nolan mette i propri protagonisti nelle condizioni di affrontare una medesima situazione da vivere – o già vissuta – attraverso un sovvertimento del tempo e dunque viverla conoscendo le conseguenze e quindi attenderle, oppure viverla da un punto di vista progressivo/regressivo.
Nolan, insomma, ribalta la tradizionale dinamica causa-effetto, ponendo quest’ultimo al primo posto.
Il genere dello sci-fi scelto per Tenet, titolo ma soprattutto parola chiave per John David Washington, Protagonista, soggetto centrale dell’avventura adrenalinica per la sopravvivenza dell’umanità: spionaggio internazionale, collezionismo d’arte, catastrofi chimiche, che succedono “ora”, ma anche in un altro tempo, eppure non meno reale.
Una cavalcata delle Valchirie narrativa e visiva, che annoda e sospende vicende, luoghi e spazi – non sempre offrendo un’immediata lettura e comprensione, come d’altronde Nolan ha abituato il proprio pubblico, ma formula ricorrentemente tanto spiazzante quanto affascinante: Tenet s’apre all’Opera di Kiev e chiude a Londra, passando – oltre che fluidamente nel tempo – anche attraverso sette Paesi – Danimarca, Estonia, India, Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti e la Costiera amalfitana, scenografia naturale scelta dal regista inglese per una sostanziale parte delle sequenze, in particolare (quasi) tutte quelle sull’acqua e che da quest’ultima guardano la terraferma, scegliendo come “base” il lussuoso panfilo di Andrei Sator, Kenneth Branagh, spietato possessore dell’algoritmo che sarebbe capace di annullare la vita del mondo con la sola morte dell’oligarca stesso, dunque villain di Tenet, soggetto centrale e ultimo della missione di Washington.
Il cast annovera anche Robert Pattinson, Elizabeth Debicki e Michael Caine.
Tenet è un crescendo sin dal principio, dalle prime sequenze ambientate all’interno del teatro dell’Opera della capitale ucraina, laddove Nolan armonizza all’unisono la coralità dell’orchestra in procinto di suonare, quella numerica del pubblico in sala e, ancora, quella del corpo armato che lì irrompe, sostenuto da una raffinata orchestrazione tra suono diegetico e colonna sonora – curata da Ludwig Göransson, tra raffiche di fuoco e incalzare di legni e archi, un montare che non perde mai di tensione, anche nell’ensemble con gli effetti visivi della Double Negative.
Il film è stato girato un po’ come la sua essenza narrativa, il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema e Nolan non hanno scelto un unico e lineare sistema e supporto, ma un mélange di IMAX® e pellicola 70mm.
Warner Bros. Pictures distribuisce Tenet da mercoledì 26 agosto, dopo la prevista anteprima statunitense di metà luglio, plurimamente rimandata causa pandemia: nel nostro Paese, il film esce in 600 sale cinematografiche.
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