Teheran: arrivano i Taviani, e una speranza per Panahi

Doppia notizia da Teheran: durante la trasmissione ‘Settimana Internazionale’ condotta da Francesco De Leo, direttore di http://www.grandemedioriente.it/, che ha ospitato il viceministro della cultura iraniana, Javad Shamaghdari, sono emerse due importanti informazioni provenienti dalla Repubblica islamica guidata da Ahmadinejad. La prima riguarda l’Italia: il film dei fratelli Taviani Cesare deve morire, incoronato a Berlino con l’Orso d’oro, è stato infatti acquistato dallo stato che lo distribuirà nelle sale del paese. A Roma per stringere accordi di collaborazione con Rai Cinema, di cui ha incontrato il presidente Franco Scaglia, Shamaghdari ha poi delineato gli scenari della Settima Arte nella Repubblica Islamica, soffermandosi sul noto caso del regista Jafar Panahi, condannato a 6 anni di reclusione e a non dirigere, scrivere e produrre film per 20 anni per aver condotto attività contro la sicurezza nazionale e propaganda contro il regime.

“Stiamo discutendo – ha detto il viceministro – sul divieto che proibisce al regista di produrre film, che verrà sicuramente eliminato perché non è il giudice a decidere in questa materia. Per quanto riguarda la sentenza non possiamo intervenire perché riguarda il potere giudiziario. Anche noi abbiamo protestato contro la condanna ma è il giudice a decidere. In Iran, per poter produrre un film, un regista deve chiedere delle autorizzazioni che gli permettono di fare riprese nei luoghi pubblici. Dopo che Panahi ha ricevuto dei finanziamenti da parte dello Stato, abbiamo scoperto che produceva un film di nascosto senza aver chiesto le autorizzazioni necessarie. Il regista ha fatto ricorso alla prima sentenza di condanna. E noi speriamo che il giudice diminuisca la pena”.