Taviani: “La peste è ovunque”

Paolo e Vittorio Taviani tornano a tre anni da Cesare deve morire con Maraviglioso Boccaccio, in sala dal 26 febbraio. Un Decamerone cupo, pervaso da un senso di morte. "L'orrore è attorno a noi"


La peste è ovunque. Parola dei Fratelli Taviani, che tornano a tre anni da Cesare deve morire, Orso d’oro alla Berlinale, con Maraviglioso Boccaccio. Un Decamerone molto cupo, pervaso da un senso di morte e che si apre con le scene della Firenze del Trecento ammorbata dalla pestilenza. “Da tempo volevamo portare Boccaccio al cinema. E’ nostro conterraneo e abbiamo convissuto con lui nell’infanzia – racconta Paolo – gli orrori del mondo che ci attornia ci hanno riportato a lui. Gli uomini vestiti di arancione pronti a sgozzare altri uomini, il mare che ha inghiottito i ragazzi che venivano dalla Libia. Ci avevano detto che non ci sarebbero state più guerre e invece… Ma anche la situazione italiana, dove il 40% degli elettori dichiarano che non voteranno e i giovani sono spesso esclusi dalla vita produttiva ci fa orrore… La peste è tornata in forme diverse”. Aggiunge Vittorio: “I giovani, da sempre ma particolarmente in questa epoca, sono vittime di ingiustizia. Un 20/30% di ragazzi in Italia non cercano più lavoro e non studiano, come chi fa il morto a galla, galleggiando su una palude. Anche noi da giovani abbiamo molto sofferto per le cattiverie che ci facevano i vecchi. Oggi i nostri figli e nipoti ci dicono che gli abbiamo lasciato un mondo ingiusto. Da questa amarezza nasce il film”.

La peste mai era stata rappresentata al cinema, prosegue Paolo. “La peste con cui inizia il film contiene in sé reminiscenze dei racconti delle nostre mamme, l’epidemia della spagnola”. Sette ragazze e tre ragazzi decidono di sopravvivere, fuggono da Firenze e si rifugiano in una villa nelle campagne toscane. Si danno delle regole e cercano di sfuggire all’orrore raccontando storie avvincenti, ora tristi ora allegre, come l’odore dei fiori che, si diceva, potesse scacciare il contagio. “La fantasia è delle donne e questo è un film femminile, dove l’arte aiuta la sopravvivenza”, dice Paolo.

Cinque novelle soltanto vengono messe in scena dagli autori del pirandelliano Kaos: Madonna Catalina (Vittoria Puccini, Flavio Parenti e Riccardo Scamarcio), Tancredi e Ghismunda (Lello Arena, Kasia Smutniak, Michele Riondino), Calandrino (Kim Rossi Stuart), La badessa e le braghe del prete (Paola Cortellesi e Carolina Crescentini) e Federigo degli Alberighi (Jasmine Trinca e Josafat Vagni). Storie di sentimenti che vincono la morte alternate ad altre più giocose o crudeli. Ma sullo spirito boccaccesco sembra prevalere l’amor cortese, anche nella cornice dei novellatori. Perché hanno scelto proprio queste novelle? A rispondere stavolta è Vittorio: “Ne amavamo molte e ci siamo lasciati guidare da tre pulsioni: l’orrore della vicenda umana, il desiderio di vivere di questi giovani e la fantasia che ci soccorre. Le novelle mostrano quello che gli uomini possono fare di grande, di brutto, di osceno, ma anche e soprattutto l’amor che muove il sole e le altre stelle, come direbbe Dante”.

Su Calandrino, il babbeo che crede di poter diventare invisibile grazie alla pietra nera dell’eliotropia, dice: “Essendo invisibili si possono fare cose onorevoli o cose orribili. Ma in sintesi siamo tutti dei porconi, come la novella della Badessa mostra che siamo tutte ree femmine”.

E’ lontano il mondo di Pier Paolo Pasolini. “Il suo film – riflettono – è una poetica, violenta rappresentazione dell’eros, di corpi e di sesso. I personaggi si esprimono in un colorito napoletano. Il film fu perseguitato dalla censura anche perché corrispondeva alle battaglie di quegli anni per la liberazione sessuale. Maraviglioso Boccaccio è figlio dei nostri giorni e assomiglia solo a se stesso. La sensualità è dappertutto: nei personaggi delle novelle come nei rapporti tra i giovani, non gridata, spesso sotterranea”.

Non sentono Cesare deve morire lontano da questo nuovo lavoro. “Lì ci sono degli ergastolani che vivono nel dolore e che, attraverso l’incontro con l’arte, trovano una forma di libertà. Qui ci sono dei ragazzi assediati dalla peste che con le novelle, quindi sempre attraverso l’arte, si salvano e ritrovano la speranza”. E sulla condizione di isolamento dei giovani interviene anche Jasmine Trinca: “La peste di oggi non è un cataclisma, ma una situazione di stallo. Manca un’idea di collettività, ma questi giovani si incontrano per ridare importanza alla parola, al racconto”. “Nel film – aggiunge Paola Cortellesi – i ragazzi trovano il loro riscatto dalla paura attraverso la comunicazione. Essere in ascolto potrebbe risolvere tantissimi mali, vale per gli individui ma anche per il contesto internazionale”.

Maraviglioso Boccaccio, prodotto da Donatella Palermo e Luigi Musini con Rai Cinema, il MiBACT e coprodotto dai francesi, uscirà il 26 febbraio in 100 copie con Teodora.

autore
20 Febbraio 2015

Registi

Rapunzel
Registi

Il regista Michael Gracey in trattative per il live action di ‘Rapunzel’

Il regista australiano, è noto per il suo debutto nel lungometraggio con il musical 'The Greatest Showman'

Registi

Robert Zemeckis, Appignano conferisce la cittadinanza onoraria al regista di ‘Ritorno al Futuro’

Recente la scoperta delle origini della madre, Rosa Nespeca, che avrebbe trascorso la sua giovinezza nel Piceno. In corso i tentativi di invitare Zemeckis nelle Marche

Registi

Vienna omaggia Daniele Luchetti

L’iniziativa è organizzata dall’associazione culturale Made in Italy presso il multisala Votiv Kino insieme alla casa di distribuzione austriaca Filmladen e l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, con il contributo del Ministero della Cultura

Registi

‘Juror n.2’, Clint Eastwood assente alla prima

Nessuna spiegazione ufficiale è stata fornita per l'assenza del celebre cineasta alla proiezione di gala organizzata dall'American Film Institute


Ultimi aggiornamenti