STUDIOS EX DINOCITTÀ


Dino De Laurentiis Monicelli vi ha girato La grande guerra oltre 40 anni fa, Huston La Bibbia a metà degli anni ‘60, Fellini La voce della luna nel ’90, poi gli studi cinematografici ex Dinocittà, voluti da Dino De Laurentiis, hanno conosciuto una rapida decadenza e il completo abbandono, che si sono intrecciati con le vicende giudiziarie dell’ex patron della Mgm Giancarlo Parretti.
Dallo scorso dicembre la proprietà dell’intera struttura, collocata a pochi chilometri da Roma in direzione Napoli tra Pomezia e la pianura del litorale, è stata acquistata al prezzo di circa 35 milioni di euro dalla S.C.P. di Riccardo Pisa, noto costruttore bresciano, e dalla Roma Studios di Raimondo Lagostena, produttore televisivo e presidente della Profit. L’operazione ha coinvolto la Bnl come “advisor” e si è conclusa con la definizione stragiudiziale dell’annoso contenzioso che vedeva contrapposti il Credit Lyonnais e Giancarlo Parretti.
Nella compagine societaria, che intende ristrutturare e rilanciare l’area ex Dinocittà, oltre a Pisa e a Lagostena figura il produttore internazionale Tarak Ben Ammar, mentre interessato è anche Alessandro Benetton, socio tra l’altro di Profit.
Il progetto di un polo di aggregazione cinematografica e televisiva prevede due fasi, come ha spiegato Pisa. Innanzitutto saranno investiti 10 milioni di euro per la ristrutturazione del complesso nell’arco di 8 mesi, ma già a fine aprile una parte degli Studios, i teatri di posa, sarà agibile. Tempi contingentati dunque per i necessari interventi di ammodernamento e aggiornamento dell’impiantistica, mentre la parte muraria è in buone condizioni nonostante l’usura del tempo e il lungo periodo di abbandono.
Solo successivamente vi è in progetto la creazione di un polo di attrazione “turistica”, nei 150 ettari di terreno disponibile, come ha dichiarato Lagostena: una multisala con circa 20 schermi, un museo del cinema, un parco tematico e un insediamento alberghiero. A pieno regime gli investimenti strutturali e tecnici toccheranno alcune centinaia di milioni di euro, con una ricaduta occupazionale pari a 1000 unità stabili, più 1500/2000 unità giorno nelle produzioni di Roma Studios. E’ previsto inoltre un numero medio di 4 milioni l’anno come pubblico, spettatori, visitatori.
Alle istituzioni Pisa e Lagostena chiedono oltre alla massima collaborazione nella fase di ristrutturazione degli impianti – l’area è del resto inserita nella variante del Piano Regolatore – il sostegno dal punto di vista delle infrastrutture, a cominciare dalla creazione della terza corsia della Pontina e il prolungamento della metropolitana leggera.
L’ex Dinocittà è un patrimonio e un modello produttivo ancora attuale e razionale che merita di essere recuperato, ha ricordato Pisa. Infatti dei 5 teatri posa esistenti dotati tutti di un’acustica perfetta, due possono ospitare, data la loro superficie di 2800 mq senza colonne e l’altezza di 25 metri, imponenti scenografie e dunque grandi produzioni internazionali. La struttura comprende anche un’ampia area per riprese in esterni, una palazzina per uffici amministrativi e tecnici, una palazzina per camerini e servizi dei teatri, officine, laboratori e magazzini adibiti alle costruzioni delle scene e ai reparti tecnici, ristorante e bar.
Ma una volta operativi gli ex studios Dinocittà saranno in competizione con Cinecittà o un accordo di cooperazione sarà raggiunto con i teatri di posa di via Tuscolana? I due presidenti di Roma Studios e S.C.P. riamgono nel vago, sottolineando che sono in corso contatti per dare vita a nuove aggregazioni e comunque rilevano quanto Cinecittà sia satura di produzioni televisive e non possieda spazi adeguati interni ed esterni per megaproduzioni.

autore
23 Gennaio 2002

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