Strage di piazza Fontana, l’utopia spezzata


Romanzo di una strage, che esce il 30 marzo è un film che racconta la strage di Piazza Fontana, una pagina terribile della storia italiana, proprio il momento in cui l’utopia viene cancellata, spezzata, le viene tolto l’ossigeno. Lo considero qualcosa di così terribile, di cui senza saperlo e ricordarlo, stiamo pagando ancora oggi le conseguenze”. Così il regista Marco Tullio Giordana a margine della presentazione a Roma dello spettacolo da lui diretto ‘The Coast of Utopia’, trilogia di Tom Stoppard (Viaggio-Naufragio-Salvataggio) che debutta il 20 marzo al Teatro Carignano di Torino fino all’1 aprile, per poi andare in scena dal 10 al 29 aprile al Teatro Argentina di Roma.

 

“Il film è spirato liberamente alla mia esperienza personale perché quel 12 dicembre stavo a cento metri da piazza Fontana quando è scoppiata la bomba. Il film racconta quello che ho visto e che ho saputo. Certo poi i libri sono stati utili perché la memoria può essere ingannatrice. Si tratta di un film personale e molto privato, se posso usare questa parola che può sembrare incredibile se riferita a un fatto così clamoroso”.
Il film sarà al festival di Cannes? “Non lo so, magari fosse, ma non credo proprio. Di sicuro sarò invece a Cannes per un’altra cosa, che però è una sorpresa”, risponde il regista.

 

L’attrice Michela Cescon – e ora produttrice con la Zachar del testo di Stoppard messo in scena da Giordana – nel film Romanzo di una strage è Licia Pinelli, moglie del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, morto dopo un volo dalla finestra del quarto piano della Questura di Milano dove era in corso il suo interrogatorio. “Dovevamo stare a casa di Licia Pinelli lì solo una mezz’ora e invece l’incontro è durato quattro ore ed è andato molto bene. Certo all’inizio c’era molta tensione, bisognava stare attenti alle parole. E’ stato un incontro importante, come lo è stato quello con Pasolini, anche se l’ho conosciuto solo attraverso i suoi scritti, con Zanzotto, con Ronconi. E’ stata un’esperienza forte, perché Licia è una donna eccezionale. La perdita di un compagno è un evento tragico che può accadere a tutti noi, ma altro è che sia avvenuto in un modo così violento, e che soprattutto ancora oggi non sia stata ancora fatta giustizia”.

 

Quanto al testo di Stoppard, scritto nel 2002 e rappresentato nella maggiori capitali, la Cescon parla di colpo di fulmine avvenuto nel 2009, dopo un periodo di lontananza dalla scena teatrale per ragioni familiari. “Mi sono scontrata con il testo e ho comprato i diritti. Portarlo in scena rappresentava una sfida incredibile: una trilogia con più di 70 ruoli per una durata di quasi nove ore, in una stagione di crisi del nostro teatro e del nostro Paese”. Alla fine il risultato finale è uno spettacolo, grazie all’impegno del Teatri Stabile di Torino e del Teatro di Roma rappresentati dai rispettivi presidenti Evelina Christillin e di Franco Scaglia, costato un decimo della versione americana e un sesto di quella inglese, con 31 attori a paga sindacale.

La trilogia, che andrà in scena in tre serate distinte, ripercorre 35 anni di storia russa (1883-1868) con protagonisti l’anarchico Michail Bakunin, il rivoluzionario scrittore e filosofo Aleksandr Herzen, il critico letterario Vissarion Belinskij e lo scrittore Ivan Turgenev. Stoppard narra le loro utopie e storie private, le loro passioni e delusioni, i dolori, allo stesso tempo con lievità e profondità, con froza drammatica e tenerezza. Il fallimento ideologico s’intreccia con quello personale di una comunità sempre in viaggio: dalla campagna russa a Mosc , per poi trovare i protagonisti esuli a Parigi, Londra e in Italia.

“Si tratta di un testo bellissimo – spiega Giordana – come se fosse scritto da Cechov, rivisto da Pinter e ripassato da Turgenev, che parla al nostro presente. ‘Utopia’ è una parola inflazionata, ha un senso se si torna alle sue origini, al momento in cui prendono vita le grandi idee di cambiamento e rivoluzione in un Paese arretrato come la Russia. Se si torna a quelle persone in ondo privilegiate, che hanno messo a repentaglio proprio i loro privilegi a favore degli altri”.

Per Giordana si tratta della seconda regia teatrale dopo quella su un testo di Enzo Siciliano che narrava la vicenda di Galeazzo Ciano. ‘Colpevole’ di quel passaggio dal set al palcoscenico fu Gabriele Lavia che, ora direttore del teatro Argentina, insieme a Mario Martone, direttore del Teatro Stabile di Torino, ha contribuito alla realizzazione di questo imponente progetto teatrale.

La scelta degli oltre 30 attori, a parte alcuni veterani coetanei di Giordana, si è indirizzata verso volti giovani e giovanissimi. “Ero già nel pieno delle riprese di Romanzo di una strage, non avevo tempo di incontrare tutti di persona come faccio sempre. Ho chiesto di farmi avere un filmato dello stesso provino uguale per tutti. Sono arrivati 1200 provini. Ulteriore segno, ve ne fosse bisogno, di quanta energia e voglia di fare ci sia in Italia, tutto il contrario del Paese depresso che raccontano quelli che non vogliono cambiare nulla”.

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