COURMAYEUR – Appena incoronato dall’Efa miglior regista europeo, sua maestà Stephen Frears è la star con cui si chiude la 21/a edizione del Noir in Festival. Al regista di The Queen e Le relazioni pericolose la manifestazione diretta da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri ha dedicato un omaggio in due film – Gumshoe – Sequestro pericoloso, esordio del 1971, e Fail Safe – A prova di errore, progetto tv del 2000 con George Clooney – e un incontro con il pubblico. Schivo e sarcastico come sempre, Frears si divincola dalle domande e risponde nel suo modo tutto originale. Al cronista che gli chiede che ricordo ha di Mary Reilly, che anni prima aveva detto di amare molto, risponde: “Non ti credo, non l’ho mai detto, forse ero ubriaco. Fare quel film è stato orrendo, spaventoso, un incubo”.
Ma l’autore di My Beatiful Laundrette, che ha confessato di essere già annoiato dal “carosello di festeggiamenti” per il bicentenario di Charles Dickens che si sta scatenando in Inghilterra, è all’ombra del Monte Bianco per riflettere sul noir e sulla frequentazione del genere che ha avuto nei suoi film. “Il noir mi piace da sempre e c’è in molte mie pellicole, soprattutto Le relazione pericolose. Non so perché non ne ho fatti altri dopo Gumshoe”.
Ma ciò che il maestro acclamato a Venezia nel 2006 per The Queen insiste di più a comunicare è l’assoluta casualità delle sue scelte e del suo percorso cinematografico. “Non ho mai un piano da seguire, semplicemente faccio ciò che mi viene proposto, che mi capita, che mi interessa. Magari posso rintracciare un percorso coerente a posteriori, ma prima non ho piani”. Frears ribadisce il suo amore per Le relazioni pericolose – “Il romanzo è talmente straordinario che volevo passare la vita a fare questo tipo di film. Mi ricordava molto Hitchcock” – e poi ricorda l’avventura che lo legò a Martin Scorsese per Rischiose abitudini. “Marty, da New York, ha pensato che questo stupido di Londra fosse la persona giusta per portare sullo schermo il romanzo di Jim Thmpson. Nella mia vita aspettavo che Scorsese mi trovasse”.
Nel 2006, il cineasta ha ritratto in modo “impertinente” la regina della sua Inghilterra, facendo vincere la Coppa Volpi a una straordinaria Helen Mirren: “Ho fatto The Deal quando Tony Blair era il capo del partito laburista. Quando poi è diventato premier sono stato tentato di tornarci su, ma ho pensato che Moretti aveva fatto il film su Berlusconi e ormai non aveva senso. Quindi ho fatto The Queen“.
Frears riflette poi sulla situazione di oggi: “Ciò che è successo nell’ultimo anno è quasi come la rivoluzione francese, tra 10 anni qualcuno ci farà un film. Questi avvenimenti sono incredibili. Voi non avete più un governo… ma su questo è meglio che stia zitto. Per il resto ci sono contraddizioni incredibili, Obama e Cameron sono paralizzati dalla destra, non c’è nessuno che possa risolvere problemi monumentali. Saranno riportati alla luce giorni da ghigliottina”.
E poi, con una certa ritrosia, dice due parole sul prossimo progetto: “Ora sto facendo un film americano, diverso, basato sulle memorie di una giovane americana che è andata a Las Vegas per fare la barista, ma si è trovata coinvolta in un affare di gangster”. Il film si intitola Lay the Favorite, ha nel cast Bruce Willis, Catherine Zeta-Jones e Rebecca Hall ed è annunciato in anteprima al Sundance nel gennaio 2012.
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