Stefano Accorsi


Di chi è la colpa se Anna e il suo fratellino sono trascurati dai loro genitori di sinistra presi dall’impegno politico dei frenetici anni ’70? Di Fidel Castro, ripete la loro baby sitter cubana espatriata. Di qui il titolo Tutta colpa di Fidel (sezione Extra) debutto nel lungometraggio di Julie Gavras, figlia d’arte e già autrice di documentari. Una storia ironica e dolce sul cambiamento improvviso che una bambina di nove anni vive dopo un’infanzia tranquilla e borghese. Il vento del ’68 spazza le consuetudini familiari, ma la piccola alla fine si riconcilia con il mondo. La regista, affidandosi a una bambina straordinaria – “l’ho scelta dopo 400 provini” – è rimasta fedele allo spirito del libro omonimo di Domitilla Calamai dove protagonista è lo sguardo dell’infanzia con la sua emotività. Accanto a Julie Depardieu/la madre di Anna, c’è Stefano Accorsi, in questi giorni impegnato nelle riprese a Roma di Saturno contro di Ferzan Ozpetek.

Il suo personaggio è un padre che improvvisamente per una causa nobile trascura i figli. Come lo giudica?
Fernando ha solo un fardello di cui vuole liberarsi. E’ infatti un avvocato trentenne spagnolo che ha lasciato il suo paese schiacciato dalla dittatura di Franco per vivere nella libera Francia. Vuole dimenticare, ma la morte improvvisa del cognato, lo spinge a ridiscutere la propria vita. Sceglie di impegnarsi a sostegno del Cile di Salvador Allende, un “rivoluzionario borghese” che in modo legale cerca di cambiare la realtà di quel paese. E quando c’ è un cambiamento interiore così profondo, viene naturale dimenticarsi della famiglia e dei figli.

Come è stato lavorare a fianco di una piccola interprete?
Nina ha capacità incredibili a entrare nel personaggio e c’è stato un rapporto intenso tra lei e la regista. Sul set ha la freschezza della bambina e nel contempo una serietà e una professionalità da brava attrice. I bambini hanno questa capacità di abbandonarsi forse più facilmente di un adulto, e alla fine recitare è come entrare in un gioco e crederci.

Quando ha letto il copione, il primo pensiero?
Ho pensato subito alla mia infanzia, al modo in cui un bambino costruisce il suo punto di vista sulle cose, e non è così facile descriverlo. Certo ci vuole una grande memoria di come si era da piccoli. La piccola Anna cerca di ricostruire la realtà in base ai pochi elementi che ha, pensa proprio che Fidel Castro sia il responsabile di tutto lo stravolgimento della sua vita. Del resto i bambini hanno le loro logiche e sono spesso toccati da aspetti che per noi non sono importanti.

Una prima impressione della Festa di Roma?
Molto democratica, sarebbe piaciuta ad Allende, un progetto bellissimo per Roma e per il cinema. E poi mi piace che si vedano i film con il pubblico, e soprattutto che ci siano questi incontri con gli spettatori che si mescolano con i critici, anche perché noi gente di cinema talvolta ci dimentichiamo di quello sguardo meno professionale.

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14 Ottobre 2006

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