STEFANIA ROCCA


E’ arrivata a 30 anni eppure, Stefania Rocca è ben lontana dalle donne pappe e pannolini raccontate da Gabriele Muccino. In un decennio di carriera, (il suo esordio è al teatro dei Satiri a Roma nel 1992) l’attrice ha collezionato 20 film per il cinema, 14 per la televisione, 7 lavori teatrali e 3 cortometraggi, di cui uno (Io e Giulia) è girato, ironia del caso, dallo stesso Muccino.
E sarà proprio Stefania Rocca a inaugurare la prossima Berlinale, o meglio Heaven il film da lei interpretato accanto a Cate Blanchett, diretto da Tom Twyker e prodotto dalla Miramax.
Nulla nel suo percorso artistico sembra essere affidato all’improvvisazione. Torinese di nascita (classe 1971), Stefania Rocca si trasferisce a Milano all’età di 19 anni ma, dopo qualche spot pubblicitario, subito sbarca a Roma. Determinata e infaticabile, dal 1990 al 1995 segue i corsi più svariati di recitazione (anche con Susan Strasberg), di danza jazz, seminari privati di mimo e movimento scenico.
Nel 1993 segue il corso di recitazione alla Scuola Nazionale di Cinema, ma di lì a poco lascia per l’Actor’s Studio di New York.
Debutta al cinema nel ’94 con Poliziotti diretto da Giulio Base, nel ruolo di una ragazza che fuma spinelli. Nel 1995 recita insieme a Stefano Accorsi in un film tv prodotto da Pupi Avati, Voci notturne. Ma la popolarità arriva con il ruolo di Naima, la ragazza dai capelli blu e senza troppa memoria di Nirvana, di Gabriele Salvatores. E’ il 1997 e l’attrice, complice la sua abilità nel recitare in inglese, comincia a cercare spazio anche all’estero. La troviamo a Cannes con Inside/out, commedia prodotta da Jean Luc Godard e diretta da Rob Tregenda; in Senso unico/One way di Aditya Basu Bhattacharya, film che passerà al Festival di Rotterdam, e nella grande produzione televisiva della Bibbia: Salomone, diretta da Roger Young.
Da questo momento il regista americano la vorrà sempre accanto: prima con il secondo progetto della Bibbia, Jesus, poi con la miniserie tv Dracula, ancora inedita, dove recita al fianco di Giancarlo Giannini. Nel 1999 fa una piccola parte ne Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella e l’anno successivo in Pene d’amor perdute di Kenneth Branagh. Entrambi i film sono prodotti dalla Miramax, società che sembra tenere molto a lei.
Ma è ancora in Italia che azzecca un altro ruolo chiave, la serva intrigante e beffata di Rosa e Cornelia diretto da Giorgio Treves, che le vale anche una Grolla d’oro. Lo scorso anno, dopo aver fatto parte della giuria del Festival del cinema di Buenos Aires, diventa madrina della Mostra del cinema di Venezia. Anche Paolo e Vittorio Taviani s’accorgono di lei e la vogliono nel ruolo di Katiuscia Maslova in Resurrezione, tratto dal capolavoro di Leone Tolstoj e andato in onda recentemente su Raiuno.
L’infaticabile Stefania, nel frattempo, muove i primi passi nella regia con un documentario girato a Buenos Aires, mentre un altro progetto, Lila dice, adattamento di un libro di Chimo, insieme al suo attuale compagno Bernardo Barilli, la farà presto diventare regista in grande.

autore
25 Gennaio 2002

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