Stato dell’arte: i blockbuster nell’era del Covid

? Dalla possibile vendita di James Bond alle piattaforme al momentaneo blocco di Mission:Impossible 7, cerchiamo di tracciare uno scenario


Con l’aggravarsi della pandemia, naturalmente, è un continuo rinviare e rifare programmi per tutto il mondo del cinema, e naturalmente anche per quello hollywoodiano, che procede in qualche modo seppur nell’incertezza. Recentemente, l’attore Tom Holland ha annunciato euforicamente nelle storie del suo account Instagram le riprese di Spider-Man 3 (titolo provvisorio).

Mostra di essere in viaggio, in un jet privato. All’atterraggio, palesemente euforico di dare la notizia, ha annunciato che si trova ad Atlanta per iniziare finalmente le riprese del film. Come sappiamo, sono state fermate le riprese a Venezia di Mission: Impossibile 7 e The Batman è stato più volte bloccato e ripreso a causa della presenza nella crew di casi di Coronavirus, tra cui lo stesso Robert Pattinson, protagonista nei panni dell’Uomo Pipistrello.

Ma se la produzione è un problema, ancora più grave è la situazione per quei film che sono pronti e che dovevano uscire entro l’anno. Wonder Woman 1984 era stato spostato a Natale, ma a questo punto disperiamo di poterlo vedere nel 2020. Qualche giorno fa Dan Loeb, uno dei più importanti azionisti di Disney con una quota di 1 miliardo di dollari nella società, ha chiesto pubblicamente tramite ‘Variety’ l’uscita di Black Widow con Scarlett Johansson sulla piattaforma di streaming Disney+, analogamente a quanto fatto con Mulan.

“Ciò che Netflix possiede è questa immensa base di abbonati che gli consente di investire su un’enorme quantità di contenuti ed ammortizzare i costi per ottenere più abbonati. La Disney non è ancora arrivata a quel punto, ma deve arrivarci il più rapidamente possibile. Se non ottiene un gran numero di abbonati alla base, saranno permanentemente svantaggiati rispetto a Netflix. Da quanto ho capito sono i dirigenti della vecchia guardia a non voler esagerare con l’uscita dei film in streaming, motivo per cui hanno posticipato Black Widow ed altri film al  2021. Non credo che riescano a comprendere l’enorme potenziale racchiuso in un abbonato, in questo modello che ormai oggi è stato adottato da tutti, da Microsoft ad Amazon. È una cosa incredibilmente redditizia”

 Al centro di una complessa trattativa è anche No time to Die, l’ultimo 007 con Daniel Craig che, secondo alcune voci, sarebbe conteso per l’uscita su piattaforma tra Apple e Netflix. Secondo quanto riferito a Variety, Metro-Goldwyn-Mayer, lo studio di produzione avrebbe perso tra 30 milioni e i 50 milioni di dollari a causa dei continui ritardi. Bloomberg, che ha riportato per primo queste voci, ha rivelato che anche altri studi di produzione, come Paramount e Sony, stanno perdendo decine di milioni di dollari a causa dei rinvii dei loro film, ma che hanno anche provando a recuperare queste perdite vendendo film come Greyhound, Coming 2 America e Without Remorse ai servizi di streaming.

Un portavoce della Metro-Goldwyn-Mayer ha smentito:  “Non commentiamo le voci. Il film non è in vendita. L’uscita è stata posticipata all’aprile 2021 al fine di preservare l’esperienza teatrale per gli spettatori”.

Tuttavia, sempre più addetti ai lavori, studi e società rivali hanno affermato che in realtà una possibile vendita è stata considerata, con una cifra sarebbe decisamente proibitiva. Si parla di circa 600 milioni di dollari, un costo anche molto alto per colossi dello streaming come Netflix. Questa cifra sarebbe stata scelta direttamente da Kevin Ulrich, il presidente e CEO di Anchorage Capital Group e proprietario di maggioranza di MGM. Se da un lato c’è il problema della chiusura delle sale ‘per legge’ – si veda ad esempio il DPCM nel nostro paese che costringe gli esercenti a chiudere i battenti almeno fino al 24 novembre – c’è anche un’oggettiva crisi di pubblico e di settore, che se prima del Covid non sembrava toccare più di tanto il mercato dei blockbuster, adesso diventa invece improvvisamente stringente e problematica, considerata anche la presenza delle piattaforme in streaming che, se da un lato ovviamente non sono paragonabili all’esperienza in sala, dall’altro offrono oggettivamente allo spettatore medio e non specificamente cinefilo un’alternativa sicura, valida qualitativamente ed economica rispetto allo spostamento verso i cinema.

26 Ottobre 2020

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