Con interventi del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e del Segretario Generale del MIC Mario Turetta si sono svolti in due giornate, la prima a Milano e la seconda a Torino, gli Stati Generali della Cultura 2023, organizzati dal quotidiano ‘Il Sole 24ore’.
Domanda centrale del convegno: com’è cambiato e come sta cambiando il mondo della cultura e delle produzioni culturali in Italia? Gli interventi erano volti a far luce sui diversi aspetti, dall’editoria alla gestione museale, dalla musica all’audiovisivo, dal design ai media. Focus della due giorni – anche in streaming – è stato l’investimento culturale, pubblico e privato, per valorizzare e promuovere il brand Italia nel mondo.
Tra i panelisti Giuseppe Sala, sindaco di Milano, Giulia Carluccio, Prorettrice Università di Torino, Alberto Cirio presidente Regione Piemonte e Stefano Lo Russo sindaco di Torino, oltre ai ministri Antonio Tajani (Esteri) e Sangiuliano (Cultura).
Gennaro Sangiuliano si è soffermato sul diritto d’immagine. “Quando un’immagine della nostra cultura viene utilizzata a fini scientifici, per uno studio o una pubblicazione scientifica, un manuale di storia dell’arte o una tesi di laurea, deve essere assolutamente gratuita. Se, invece, viene ripresa a fini commerciali, per fare un puzzle o altri gadget o giochi di società, è bene che l’azienda paghi i diritti. Con moderazione, ma è giusto che paghi. E’ una cosa che accade ovunque, lo fanno i Musei Vaticani e anche altri musei al mondo. E’ giusto tutelare il diritto d’immagine dei beni culturali”, ha affermato il ministro della Cultura. “Anche i grandi scrittori di successo che mettono sulla copertina l’immagine iconica della nostra cultura – ha proseguito – se vendono 200.000 copie con incassi consistenti è giusto che qualche piccola cosa vada allo Stato che poi la investe nella tutela di un bene”.
Mario Turetta ha analizzato nel dettaglio gli investimenti del MiC cresciuti da 1mld e 700 mln a quasi 4 mld e raddoppiati con il Covid che ha imposto di sostenere gli operatori dell’industria culturale con i ristori. “Inoltre il PNRR ha portato 4,2 mld che vengono suddivisi in tre filoni, tra questi figura Cinecittà, la più importante industria dell’audiovisivo nel nostro paese”.
Giulio Base, direttore artistico del Torino Film Festival in pectore, a partire dal 2024, ha concentrato il suo intervento sul valore del linguaggio per cambiare la cultura, specie presso i giovani. “Sono qui a fari spenti – ha esordito – per rispetto verso Steve Della Casa, attuale direttore del festival, che stimo e apprezzo”. E ha proseguito: “La fame di cinema in Italia c’è, ma si tratta di avvicinare le persone alla sala. Intanto ci sono molti piccoli e medi centri dove manca un presidio culturale e va creato. Poi dico anche una cosa che potrà dispiacere agli esercenti, ma non si può fermare il vento con le mani. E’ importante che i film vengano visti, sia pure sulla piattaforma, anche se io ovviamente sono innamorato della sala e sono reduce dalla Mostra di Venezia, dove ho visto cinque film al giorno”.
Carlo Freccero, ex direttore di Raidue, ha lanciato un affondo contro la cultura woke e il politicamente corretto che ha paragonato al maccartismo. “La decadenza dell’immaginario americano è legata all’imposizione di regole stringenti e non negoziabili che spostano tutto sul piano della politica e della propaganda. Di fronte a questo gli sceneggiatori sono paralizzati”.
Interverranno il regista e scrittore Pupi Avati; monsignor Dario Edoardo Viganò, sacerdote ambrosiano, vicecancelliere della Pontificia accademia delle scienze e delle scienze sociali e presidente della Fondazione Mac; Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà e Gianluca della Maggiore, professore presso l’Università telematica internazionale Uninettuno e direttore del Cast
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