Splendor: il ricordo di Paola Cortellesi su Dario Fo

“Ricordati, mi diceva, che se vuoi diventare grande devi rubare, rubare quanto più possibile, e osservare”, dice l'attrice protagonista di 'Qualcosa di nuovo'


Splendor”, programma di suoni e visioni, cultura e intrattenimento condotto dal critico cinematografico Mario Sesti – in onda sabato 15 ottobre alle 24.00 su Iris e la domenica alle 21, su MYmovies.it – propone per la sesta puntata “qualcosa di nuovo” grazie all’ intreccio di linguaggi e narrazioni, talento e creatività, immagini, parole, musica e video che si susseguono nell’ormai iconico lounge bar del Teatro Riccardi di Roma. Qualcosa di nuovo è anche il titolo della nuova commedia interpretata da Paola Cortellesi e diretta da Cristina Comencini (nelle sale dallo scorso 13 ottobre), al fianco dell’artista romana anche Micaela Ramazzotti: “Siamo donne single e disilluse – spiega la Cortellesi -, ma viviamo le nostre solitudini in maniera decisamente opposta: io sono più respingente mentre lei più aperta, anche sessualmente”. Il film è l’adattamento per il grande schermo della pièce teatrale “La scena” diretto sempre dalla Comencini che, questa volta, ha chiesto a Paola Cortellesi di affiancarla in fase di sceneggiatura: “Non è la prima volta che succede, capita anche mio marito (il regista Riccardo Milani) – spiega – con lui siamo come Sandra e Raimondo, spesso discutiamo animatamente e chi è con noi è sempre in grande imbarazzo. Fortunatamente, separiamo la vita coniugale dal lavoro”.

Come autrice televisiva ha lavorato con celebri personaggi del settore, ed è stato proprio il Premio Nobel Dario Fo, il luminare artista mancato in queste ultime ore, ad averle dato il consiglio più importante, dice: “Ricordati, mi diceva, che se vuoi diventare grande devi rubare, rubare quanto più possibile, e osservare”.Peppe Servillo, cantastorie e artista teatrale, ha raccontato di un’interpretazione che si affida anche alle note, quella musicale: “Comprendere e trasmettere il senso vero di una canzone è fondamentale. Come necessario è evitare narcisismi e portare il contenuto in primo piano. Noi interpreti siamo solo strumenti. Dei maestri che hanno contrassegnato il mio passato mi hanno insegnato che la pronuncia delle parole aiuta a cantare meglio, e ammetto che anche i gesti mi hanno aiutato nell’intonazione”. Del resto come lui stesso dice è un “cantante di pronuncia”, come la tradizione napoletana ha sempre voluto. Oggi la sua straordinaria voce si unisce al talento dei Solis String Quartet, con cui si è esibito in “M’aggia curà sicuro” e “Presentimento”, da quest’ultimo brano prende il nome il loro ultimo album, che continua a spaziare all’interno dell’immenso panorama musicale della canzone classica napoletana. “Non smetto di indagare e meravigliarmi della meraviglia della canzone napoletana, una tradizione intoccabile ma che abbiamo per certi versi tradito per renderla comprensibile a tutti”.  

Coppia nella vita e in alcuni casi sul set, Greta Scarano e Michele Alhaique hanno deciso che il cinema, che poi li ha fatti incontrare, è il loro destino. Così mentre per Greta “è ancora difficile identificarlo come regista”, soprattutto se è lei a dover essere diretta, per Michele la vita sul set è un’esperienza che ama condividere: “Siamo abbastanza in accordo sul lavoro, spesso alcune indicazioni possono essere fraintese ma non diamo spazio a equivoci. Il cinema è il nostro pane quotidiano, ogni giorno guardiamo film, serie tv, tutto è parte della nostra vita”. Dopo la sua opera prima Senza nessuna pietà, sta ultimando le riprese di un serial crime: “adoro il genere noir, questo mio ultimo lavoro si ispira ad alcuni dei lavori di Michael Mann che è particolarmente sensibile alla costruzione dei personaggi”. La fiction Solo, la storia di un poliziotto infiltrato in una famiglia legata alla Ndrangheta”, andrà in onda su Mediaset ed è stato girato a Roma e in alcune zone della Calabria. Tra poco di nuovo al cinema per il sequel di Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, la Scarano è tra le più dotate attrici nel panorama artistico italiano: “Voglio fare quante più cose possibili, io sono sempre alla ricerca di nuovi personaggi complessi, di spessore e poi in scena mi piace provare, fare tutto: cadere, guidare. Sono un animale da set”. Greta è inoltre reduce dal successo della pellicola sul caso Orlandi La verità sta in cielo (nelle sale dal 6 ottobre) diretta da Roberto Faenza: “Ho costruito questo film sull’idea che io mi ero fatto di questo caso di cronaca italiana, tra i più rilevanti degli anni ’80. La sceneggiatura si basa su fonti solide, su avvenimenti realmente accaduti. Al tempo stesso, però, non trattiene lo spettacolo, la creatività. Si è trattato di uno scambio, che però si fonda sulla verità”.

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13 Ottobre 2016

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