Borrelli: “Aperte le finestre ricognitive per produzione e distribuzione”

Alle Giornate Professionali di Sorrento il dialogo della filiera sull'anno passato e gli obiettivi futuri: "Stiamo vivendo un momento positivo", afferma il Direttore generale Cinema e Audiovisivo


SORRENTO – In collegamento con il convegno organizzato da ANEC e ANICA in occasione delle Giornate Professionali di Cinema, il Direttore generale Cinema e Audiovisivo Nicola Borrelli annuncia l’apertura delle finestre ricognitive per la produzione e la distribuzione cinematografica, cui farà seguito nei prossimi giorni – a inizio settimana prossima – quelle relative al Tax Credit e agli investimenti per le sale cinematografiche.

“Speriamo sia davvero questione di giorni prima che si possa passare alla versione definitiva – Borrelli informa la sala gremita di esercenti e distributori – i decreti sono all’attenzione della Corte dei Conti e a giorni verranno resi effettivi”. Una notizia attesa, che apre l’incontro dal titolo “Dialogo nella filiera: alcuni miti sfatati”. Sul palco della Sala Sirene dell’Hilton Palace di Sorrento anche il Presidente ANEC Mario Lorini, il Presidente Unione Produttori ANICA Benedetto Habib, il Presidente Unione Editori e Distributori ANICA Luigi Lonigro e la Direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David Donatello Piera Detassis.

“Stiamo vivendo un momento positivo – prosegue Borrelli – che ci mostra che se mettiamo a disposizione del pubblico opere che suscitano dibattito, dialogo e confronto tra i vari soggetti coinvolti è possibile ciò che prima sembrava a molti impossibile”. Il 2023 si chiuderà con una quota di mercato per il cinema italiano tra il 21% e il 22%, a cui si vanno ad aggiungere le coproduzioni, intorno al 2,40%. Dati importanti, in cui la campagna Cinema Revolution – avviata nel 2023 e programmata per altri due anni – ha avuto un ruolo fondamentale. Il 25% di quota di mercato, obiettivo non più così distante, potrebbe essere presto raggiunto, rendendo così possibile garantire un importante differenziale rispetto ai territori europei (Francia esclusa a causa di una produzione locale molto forte che la rende ancora un miraggio lontano).

Per questo nel 2024 “sarà ancora importante un forte sostegno pubblico”, precisa Lonigro. “Cinema Revolution è un grande traguardo della filiera e dobbiamo continuare a lavorare in questi termini ora che il periodo estivo non è più il nostro tallone d’Achille. Abbiamo già avuto rassicurazioni dal Sottosegretario Borgonzoni sul 2024 e sarà importante fare programmazioni a lungo termine per dare tempo a produttori e distributori di organizzarsi”.

L’8 dicembre verrà lanciata la campagna “La Rivoluzione Continua”, che si differenzierà dal progetto introdotto quest’estate per un doppio contenuto: da un lato il prodotto più commerciale e dall’altro quello d’autore e arthouse. Tra i vari titoli che rientreranno nella campagna, il nuovo film di Alessandro SianiSuccede anche nelle migliori famiglie, l’ultima opera del Maestro giapponese Hayao Miyazaki, Il ragazzo e l’airone, e la commedia di Pio e Amedeo Come può uno scoglio. Successivamente, da fine dicembre, sarà il turno di una “seconda ondata” di titoli che ricadranno sotto la campagna, che si protrarrà fino agli inizi di febbraio.

Un anno, quello che si accinge a concludersi, che ha sfatato numerosi miti nel settore. Piera Detassis ne elenca alcuni, dall’idea che i film diretti da donne non incassino al pregiudizio, più generale, sul cinema italiano. “C’è poi il mito delle piattaforme, che ora sappiamo che non ci schiacceranno: hanno aiutato la cinefilia in tempi di sale chiuse e ora ci aiutano a distinguere il contenuto da sala, capace di far uscire lo spettatore, da quello per il piccolo schermo. Ci avviciniamo alla conciliazione”.

Tra i titoli che hanno fatto la differenza in quel 22% di quota di mercato ci sono infatti numerosi film sui cui risultati, per pregiudizi o false credenze, fino a poco tempo fa non si sarebbe creduto allo stesso modo. Dal bianco e nero di C’è ancora domani di Paola Cortellesi a Io Capitano di Matteo Garrone, interamente girato in diversi dialetti africani. “C’è poi l’urgenza di raccontare questo paese, le sue radici e i suoi valori, basta vedere Rapito di Bellocchio, o gli anni ’50 di Napoli che presto ci verranno raccontati da Sorrentino: un altro falso mito che cade, ovvero l’idea che il film storico sia divisivo, che si preferisca sempre e solo la leggerezza”. Vero è, come nota Detassis, che a osservare i listini 2024, presentati in questi giorni di Giornate Professionali di Sorrento, non sembrano ancora assimilati molti di questi insegnamenti e, ad esempio, pochi sono i film diretti da donne.

Alessandro Cavaggioni
30 Novembre 2023

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