“Questo premio mi ripaga di quindici anni di fatica, di lavoro duro, ma ora provo a ripartire da zero. Non penso di dover fare subito un filmone. Voglio al contrario ricominciare con un film piccolo, intimo. L’ho già scritto. È una storia di amicizia fra due vecchi. Le riprese inizieranno a maggio, con Michael Caine protagonista”. Così il regista Paolo Sorrentino alla ‘Repubblica’ a proposito del suo prossimo film che s’intitola per ora In the Future.
“Ha vinto un film totalmente italiano. L’ Oscar è la dimostrazione che il nostro Paese è ancora competitivo e dà una sana spinta ad avere coraggio. Sarà un’iniezione di fiducia per tutti”, così Toni Servillo intervistato dal ‘Messaggero’.
L’artista campano, fresco di Oscar, dopo aver fatto festa negli Stati Uniti assieme a Sorrentino rientra in Italia per i suoi impegni teatrali. Stasera sarà infatti sul palco del Teatro Verdi’ a Padova per la messa in scena di “Le voci di dentro”, di Eduardo De Filippo, opera che lo vedrà regista e attore protagonista (Alberto Saporito), affiancato dal fratello Peppe e da una folta compagnia di attori napoletani di diverse generazioni.
Le repliche dello spettacolo sono in programma fino a domenica 9 marzo.
“Il successo durerà cinque, sette giorni – così il produttore de La grande bellezza Nicola Giuliano – perché come in tutte le cose italiane a me non sembra che si siano mai capitalizzati i successi o i momenti di visibilità: penso e temo che in Italia ci sia incapacità di capitalizzazione nel medio e lungo periodo”. Secondo il manager della Indigo Film “non siamo un Paese di pianificatori e strateghi”. Quale è la strategia? Giuliano ha le idee chiare: “La strategia da attuare è soprattutto psicologica, bisognerebbe mettere il petto in fuori e dire ‘siamo capaci di fare dei film che arrivano nel mondo e che piacciono’ “.
Com’è nata la più che decennale collaborazione fra il regista Sorrentino, l’attore Toni Servillo e il produttore Giuliano? “Io e Paolo ci siamo conosciuti sul set di un film prodotto dalla società di Servillo, la Teatri Uniti – racconta Giuliano – Lui allora faceva l’autista, volontario, non pagato. Un giorno lui mi ha fatto leggere una cosa che aveva scritto, e subito ho pensato che quel ragazzo aveva un talento letterario straordinario. Ci siamo promessi di lavorare insieme e poi l’abbiamo fatto”.
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