‘Solo ossa’ & ‘Nosferatu’: vampiri per grandi e piccini

Il libro per ragazzi 'Denti da latte', ispirato ai vampiri, è edito da Bakemono Lab

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Il 1° gennaio sarà in sala l’attesissimo Nosferatu di Robert Eggers. Per l’occasione Luca Ruocco, già giornalista, critico, attore teatrale, fumettista e organizzatore del Fantafestival, ha dato seguito al suo libro vampiresco per ragazzi ‘Denti da latte’.

Riflettiamo con lui sulla figura del succhiasangue.

 Nosferatu il vampiro – riflette Ruocco – venne proiettato per la prima volta il 4 marzo 1922 a Berlino. Nel 1979 – a 57 anni di distanza – Werner Herzog lavorò al suo Nosferatu, il principe della notte. A Herzog non interessava fare un remake e fino a quel momento non aveva mai espresso l’intenzione di cimentarsi in un horror. Il suo era un discorso sospeso proprio con Murnau e il suo intento più profondo era quello di costruire un imponente ponte di collegamento tra la vecchia e la nuova scuola cinematografica tedesca. Ne venne fuori uno dei film di vampiri più poetici di sempre e un tassello importantissimo per l’evoluzione stessa di questa figura mostruosa.

Herzog pronosticò che ci sarebbero voluti circa altri 50 anni per vedere un nuovo Nosferatu al cinema. Mostrando incontestabili doti di veggente, oltre che di visionario, i calcoli del regista di Aguirre, furore di dio si avvicinano a un livello di precisione quasi spaventoso.  Per passare a ‘Solo Ossa’, il mio secondo romanzo horror per ragazzi, Nosferatu non poteva non essere presente all’interno della famiglia di vampiri protagonista della saga. Nelle mie storie è il bisnonno del giovane protagonista Vali. Il mio Nosferatu è esteticamente molto simile a quello del film espressionista tedesco e, ironicamente, eredita da quello anche una strana caratteristica! Il peso delle centinaia di anni che si trova sulle spalle ossute, infatti, gli hanno quasi fatto perdere l’uso della parola. Il bisnonno Nosferatu si esprime a monosillabi e mugugni, forse proprio perché è in qualche modo legato al cinema muto”.

Ma come è cambiato nel corso degli anni il mito del vampiro?

“L’horror è estremamente adatto a raccontar –  riflette Ruocco – attraverso metafore e giochi di specchi deformanti, la società e i tempi che cambiano. Di certo esistono anche film dell’orrore estremamente ludici, che non cercano un impegno di questo tipo e che magari sono altrettanto riusciti e godibili. Ma personalmente amo in modo particolare quando un horror riesce a farsi ritratto aberrante di un momento storico e sociale. Anche la figura del vampiro si è molto spesso trovata a raccontare trasversalmente paure più concrete [l’epidemia sociale nazista che colpì la Germania e poi il mondo intero con il Nosferatu di Murnau, il completo smarrimento personale dell’horror vacui per quello interpretato da Klaus Kinski]. L’argomento è estremamente lungo e interessante e non può non includere al suo interno anche la figura della donna che da vittima del vampiro, diventa via via più consapevole [con Herzog lo è già totalmente], attiva e partecipativa [nel Dracula di Bram Stoker di Coppola, ad esempio] o addirittura vampira più feroce e sessualmente predatrice dei suoi colleghi uomini.

Per approfondire questo discorso, sempre in casa Bakemono Lab, posso consigliare il saggio ‘Love Song for a Vampire’ di Gabriella Giliberti.

Per quanto riguarda il mio ‘Solo Ossa’, invece, cerco di raccontare dei vampiri moderni ma che allo stesso tempo riescano a richiamare le caratteristiche principali di quelli raccontati in film e storie più classiche. Vampiri capaci di spaventare ma anche di divertire e, perché no, magari di insegnare ai piccoli lettori che nella differenza c’è unicità e nell’inclusione l’unica via per riuscire a contrastare le grosse avversità”.

Nato come succedaneo di Dracula, Nosferatu ha oggi un’identità autonoma.

 “La figura di Nosferatu – chiude Ruocco – mi affascina enormemente e questo che sta per arrivare in sala è un film che già ora sta creando enorme interesse, discussioni e ovviamente qualche polemica sanguigna.

Si tratta della terza incarnazione di una sorta di alter ego del Conte Dracula non-nato, come dicevamo, per non incappare in problemi di diritti d’autore con gli eredi di Stoker. Problemi che poi puntualmente rischiarono di cancellare per sempre ogni traccia del film dell’autore più noto dell’espressionismo tedesco.

Nosferatu è una figura cinematografica bizzarra e preziosa. Inizialmente si tratta di una figura assai più ferina rispetto a quella di Dracula, che ne accentua fisicamente i caratteri orrorifici e inumani [potremmo dire quelli più animaleschi, che nel Dracula letterario erano già presenti], anche per sfuggire dalle pagine di Stoker e mostrarsi su grande schermo come metafora di un male differente ma non meno spaventoso.

Fra le pagine di quel libro, invece, il vampiro per eccellenza rischiò di rimanere impigliato, ma non si può trattenere un’ombra… per fortuna!”

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30 Dicembre 2024

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Ruocco è scrittore, giornalista, attore, documentarista, organizzatore di eventi. Dal 2012 fa parte dello staff organizzativo del Fantafestival e dal 2020 è parte del comitato editoriale di Heroes International Film Festival

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