E’ una Roma inedita, cupa e notturna, colma di pioggia dove s’intrecciano i legami tra potere politico, bande criminali e l’anima affaristica del Vaticano, quella narrata da Stefano Sollima nella sua opera seconda Suburra, tratta dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini e che nel 2017 diverrà una serie per Netflix. Una Roma in cui convivono mondi distanti ma in contatto segreto tra loro: i palazzi della politica, la periferia degradata, il lungomare di Ostia, le stanze del Vaticano, gli interni cafoni delle case degli zingari.
Non c’è un personaggio, come nel libro il carabiniere Malatesta, che ci porta a scoprire e interpretare le trame che ruotano intorno al megaprogetto di speculazione edilizia, il Water-front, che trasformerà Ostia in Las Vegas.
La progressiva discesa in una lotta senza quartiere è raccontata in presa diretta, grazie a una struttura corale dove Pierfrancesco Favino è il politico corrotto, Alessandro Borghi è il capo di un clan che gestisce il territorio, Claudio Amendola è l’autorevole nonché temuto ultimo componente della Banda della Magliana, Elio Germano un PR vile e senza scrupoli, Giulia Elettra Gorietti un’avvenente escort, Greta Scarano la fidanzata tossicodipendente di Borghi e Adamo Dionisi il boss di una pericolosa famiglia di zingari.
“Per Suburra il genere di riferimento è il gangster movie, il noir metropolitano abbastanza spinto – spiega il regista – Abbiamo cominciato a lavorare al progetto due anni fa e credo che oggi sia attuale in virtù del genere che abbiamo usato per raccontare una storia, che rende il film meno realistico o cronachistico, ma ne fa un racconto quasi allegorico, simbolico. Trovo allora naturale che ci si ritrovi oggi e probabilmente potresti ritrovarti tra 20 anni, perché è il racconto di una città e del potere, un racconto che puoi declinare di nuovo nel tempo. La coincidenza di eventi mostra la verità che sottende il racconto di base”.
Sollima vuole raccontare il mondo contemporaneo grazie al cinema di genere. Utilizzando gli stilemi classici del gangster movie, il film parla un linguaggio universale e può così imporsi sui mercati internazionali come è accaduto con la serie Gomorra.
“Quasi 10 anni fa abbiamo cominciato a pensare che il cinema italiano dovesse ritornare al genere – ricorda Riccardo Tozzi che con Cattleya produce Suburra insieme a Rai Cinema – Così sono nati il film e la serie Romanzo criminale, e poi Gomorra la serie”.
Per uno degli autori del libro, Carlo Bonini, sempre il film tradisce per necessità il libro di riferimento, “e più il tradimento è virtuoso, azzardato, e più è fedele al testo per paradosso, nel senso che ne riesce a restituire allo spettatore l’anima”. Per i due sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia è stata una nuova sfida misurarsi con una storia senza personaggi positivi che salvano il paese. “Forse in passato abbiamo scritto film un po’ buonisti, qui abbiamo raccontato ‘la peggio gioventù’ il male dall’interno, cercando di capire gli uomini. Forse qualche barlume c’è nei due personaggi femminili. Inoltre abbiamo introdotto nella narrazione alcuni elementi nuovi come le dimissioni del Papa e la crisi del governo in carica”. Già quella data di novembre 2011 scandita dal film coincide con il giorno delle dimissioni del governo Berlusconi.
Per Sollima il vantaggio di raccontare personaggi negativi, senza moralismo e pregiudizi, ti obbliga a concentrarti su quanto di umano può esserci in ciascuno di loro. E allora lo spietato Samurai/Amendola, il grande burattinaio, è rappresentato come una persona normale, pronta ad accudire la vecchia madre.
“I personaggi del film sono guidati da una ambizione estrema che nasce da quel’idea della soddisfazione personale, nata 30 anni fa – dice Pierfrancesco Favino – ciascuno fa per sé e al massimo”. Concorda Elio Germano perché tutti nel film si disinteressano di quello che prima era il miglior amico per la rincorsa sfrenata di soldi e benessere.
Suburra esce nelle sale italiane il 14 ottobre in 500 copie e in contemporanea sarà disponibile con Netflix a 55 milioni di abbonati dell’America del Nord e del Sud e da maggio 2016 in Italia sempre su Netflix.
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